GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE 3 (Update Pag7)
GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE 3 (Update Pag7)
http://www.appuntidigitali.it/15197/cos ... iapponesi/
Cosa possiamo imparare dal terremoto in Giappone (e dai giapponesi)
di Eleonora Presani - lunedì 14 marzo 2011
Anche su Appunti Digitali, come su tutto il resto del panorama d’informazione e opinione, parliamo del terremoto avvenuto in Giappone nei giorni scorsi. Lo faremo nella giornata di oggi con due contributi, quello che vi apprestate a leggere e un successivo articolo di Simone Serra che entrerà maggiormente nei dettagli tecnici della vicenda.
Torniamo al Giappone: questo avvenimento è di una portata così macroscopica, che mi è molto difficile parlarne. È difficile perché nessuno può confrontarsi con più di diecimila morti e dispersi, stando comodamente seduto di fronte al proprio computer, e pensare di descrivere o commentare questo avvenimento. Ci si sente delle piccole formiche, inermi e incapaci perfino di comprendere la gravità di questa tragedia. Cercherò quindi di parlarne in modo più tecnico, osservando cosa secondo me possiamo imparare da questo evento che lascerà inevitabilmente la sua impronta nella storia.
Una cosa mi ha colpito in modo particolare questi giorni, e ammetto che faccio fatica a contenere la rabbia su questo punto. Leggendo molti dei giornali italiani sembra che il terremoto e il conseguente tsunami siano eventi secondari, laterali rispetto all’allarme della centrale nucleare di Fukushima.
Il Fatto Quotidiano, al momento della mia scrittura, titola: “Giappone, dopo Fukushima emergenza in altre centrali“, e Repubblica “Si teme la pioggia radioattiva per domani“… Di solito trovo, personalmente, specialmente la prima di queste testate alquanto informativa.
Ma trovo vergognosa la strumentalizzazione di questa tragedia. Veramente questi giornali (ma sono solo esempi, molti altri sono assolutamente analoghi) cercano di venderci la notizia che i giapponesi, in questo momento, devono preoccuparsi delle centrali nucleari? Con diecimila morti risultanti da un conteggio ancora parziale?
Prima di entrare nello specifico del perché, dal mio punto di vista, questa è un’assurdità incredibile e molto pericolosa per la disinformazione che viene data alla popolazione, vorrei consigliarvi la lettura di un editoriale, apparso sul Corriere, che spiega il mio punto di vista (come essere umano, non come fisico nucleare) molto meglio di come posso solo sperare di fare io stessa.
Si tratta dell’editoriale di Claudio Magris, a cui posso solo inchinarmi per la profondità e la chiarezza delle proprie parole. Vorrei ricordate a tutti i lettori di questa rubrica (ma probabilmente molti di voi lo hanno già capito) che la mia opinione può essere facilmente riassunta da alcune frasi di questo editoriale: l’uomo È natura.
L’uomo non può fare niente di contro natura, semplicemente perché è parte di essa, proprio come ogni altro organismo, elemento e particella dell’Universo. Quello che può fare, e che spesso gli riesce molto bene, è fare cose stupide e che lo porteranno a pagare un alto prezzo. Ma anche questo, come tutto il resto, va perfettamente secondo natura.
Il terremoto avvenuto in Giappone lo scorso 11 Marzo è stato il quinto terremoto più potente della storia dell’uomo. È il più potente terremoto che il Giappone abbia mai dovuto affrontare. Eppure sembra che alluvioni, città distrutte, mancanza di acqua potabile, mancanza di elettricità, strade distrutte, case sommerse, siano un evento secondario, perché una centrale nucleare ha affrontato, in una situazione del genere, delle difficoltà nella gestione del raffreddamento post spegnimento.
I giornali sembra vogliano tenerci aggiornati solo su questo. Cercando di scrivere questo post, però, mi rendo conto che trovare delle informazioni affidabili e serie su questo argomento è veramente difficile. Oltre al contributo di Simone, che apparirà fra poco su queste pagine, il testo che secondo me descrive nel modo più preciso e comprensibile cosa sia veramente successo alla centrale di Fukushima, è apparso in un blog di un insegnante australiano residente nella città di Kawasaki, in Giappone. Questo testo è stato scritto dal Dr. Joseph Oehmen, del MIT di Boston.
Ho sentito, o meglio letto sulla rete, che qualcuno si è addirittura sognato di paragonare l’esplosione avvenuta alla centrale di Fukushima, al disastro di Chernobyl.
Mi sento in colpa solo a menzionare questo paragone, ma lo faccio con l’unico scopo di sfatare ogni dubbio. L’esplosione di Chernobyl è stata causata da un aumento eccessivo di pressione, dall’esplosione dell’idrogeno e dalla rottura di tutti i contenimenti, con la conseguente espulsione di tutto il materiale del nucleo (core) nell’ambiente esterno (quella che viene chiamata “bomba sporca”).
Tempo fa ho scritto un pezzo che tentava di spiegare la tragedia di Chernobyl, per cui chi è interessato può rileggerlo. Questo non ha assolutamente niente di niente a che vedere con ciò che è successo in Giappone. C’è chi vuole, dopo questo evento, mettere in discussione la sicurezza del nucleare. Anche secondo me bisogna farlo: queste centrali sono state progettate per resistere a un terremoto di grado 8.2.
Stanno resistendo, molto bene nonostante quello che si dice, ad un terremoto di grado 8.9, ovvero 7 volte maggiore! Ecco, quindi, la prima cosa che dobbiamo imparare dai giapponesi: come costruire centrali nucleari. Non è solo questo, ovviamente. Un mio amico che lavora per un esperimento di fisica in Giappone mi ha raccontato, molto stressato, come i Giapponesi prendano sul serio le prestazioni di design (ovvero le aspettative sui risultati che si hanno al momento della progettaazione).
Quando noi poniamo una prestazione di design pari a 10, ci aspettiamo nella realtà di avere 8 (parlo di esperimenti di fisica ora). In Giappone, quando si dice 10, si intende 15. Evidentemente, hanno applicato questo principio anche nella costruzione delle centrali nucleari. Tanto di cappello. Tutto, infatti, è stato gestito con la massima competenza.
Quando il terremoto era al suo apice, le aste di moderazione della centrale sono state inserite nel nucleo della centrale, e la reazione dell’Uranio è stata bloccata. Quando ciò avviene, la produzione del calore non cessa in maniera istantanea, poiché ci sono alcune reazioni secondarie che continuano ad avvenire. Mentre l’Uranio reagisce, infatti, crea alcuni elementi radioattivi più leggeri, tra cui, per esempio, il Cesio.
Bisogna quindi aspettare che le reazioni causate da questi elementi cessino di produrre calore. Poiché l’Uranio non produce più altri isotopi, è solo questione di tempo, e queste reazioni si fermeranno autonomamente. Questo calore residuo generato da isotopi secondari è quello di cui si è parlato tanto nei giornali di tutto il mondo. Ricordiamo che non rappresenta più del 3% del calore che si ha durante il funzionamento normale della centrale! Dopo l’inserimento delle aste di moderazione, però, si è dovuto affrontare il primo problema.
Il terremoto ha distrutto il generatore elettrico secondario, che era responsabile del raffreddamento del calore residuo. Alcuni generatori Diesel sono subentrati per qualche ora. Ad un certo punto, però, un’ondata di maremoto ha colpito la centrale. Non un’ondina, ricordiamolo, uno tsunami più potente di qualsiasi previsione umana.
Chi progetta centrali nucleari, però, non si può basare sulle previsioni umane, deve difendere la centrale dall’inimmaginabile. Infatti, la centrale di Fukushima ha attivato delle batterie secondarie di emergenza, in grado di fornire il raffreddamento del nucleo per altre otto ore. Alla fine di queste otto ore, però, non c’è stato modo di fornire energia supplementare per il raffreddamento.
Ricordiamoci, ancora una volta, cosa stava succedendo fuori da quella centrale. Per fortuna, a gestire una centrale nucleare non sono dei giornalisti allarmisti (passatemi la frecciatina), ma persone con una formazione molto specifica, che sanno cosa fare in ogni momento, compresa la gestione della fusione del nucleo della centrale. Per ridurre la pressione all’interno delle varie camere di contenimento della centrale, gli operatori hanno azionato diverse valvole di emissione del vapore verso l’ambiente esterno.
Quando ciò è avvenuto, i giornalisti di cui sopra hanno cominciato a urlarci nelle orecchie che si è verificata una dispersione di materiale radioattivo verso l’ambiente circostante la centrale. È vero? Si, è verissimo. Ma si tratta per lo più di isotopi di azoto, e alcuni gas nobili. In pratica, si tratta di aria e acqua radioattiva. La vita media di questi isotopi è nell’ordine della frazione di secondo. Ciò vuol dire che nel tempo che uno pensa di prendere delle misure della radioattività la radioattività è già scomparsa.
Durante questa fase è avvenuta l’esplosione mostrata nella foto e che ha spaventato il mondo quasi quanto il terremoto di grado 8.9. Il vapore emesso dalla valvole, infatti, ha temperature elevatissime, tali da ionizzare la molecola d’acqua in atomi di idrogeno e ossigeno. Purtroppo questa è una combinazione molto sfortunata e, soprattutto, esplosiva.
Infatti c’è stata un’esplosione all’interno dell’edificio della centrale, ma ben al di fuori delle varie stanze di contenimento. Il fatto che non sia avvenuto all’interno del volume di contenimento non è pura fortuna. Che l’idrogeno e l’ossigeno siano una coppia esplosiva lo si sa anche al momento della costruzione di una centrale. Se non si è un ingegnere sovietico che costruisce e gestisce Chernobyl secondo il volere del regime, questo è uno dei principali effetti da prendere in considerazione.
In nessuna centrale operante sul nostro pianeta è possibile che l’esplosione dell’idrogeno avvenga a contatto del core della centrale. Nemmeno nella centrale di Fukushima. Rimane però il problema di raffreddare le reazioni secondarie. L’Uranio è sotto controllo dall’inizio, ma purtroppo le reazioni del Cesio continuano, e la situazione venutasi a creare è innegabilmente grave.
La situazione non si è risolta facilmente (ma si è risolta). Tutti i sistemi secondari, terziari e via discorrendo hanno fallito nel raffreddare il nucleo della centrale. Parte del contenimento esterno (di terzo livello) ha ceduto, rilasciando una piccolissima quantità di Cesio nel vapore emesso all’esterno. I sistemi di raffreddamento hanno fallito, è vero, ma alla fine quello che si usa per raffreddare il nucleo di una centrale è acqua fresca.
Durante uno Tsunami mancano tante cose, ma non l’acqua. Gli operatori hanno quindi deciso di usare l’acqua marina per completare il raffreddamento, che si è concluso con successo. Non vi è più rischio di fusione o cose del genere, quindi. Cosa sarebbe successo se il nucleo si fosse fuso? Beh, lo avrebbero lasciato fondere all’interno delle camere di contenimento e aspettato che il terremoto passasse.
Dopodiché ci sarebbe stato un lavoro lungo, faticoso e delicato nello stoccaggio dell’uranio rimasto e nello smantellamento della centrale. Invece, eccoci qui, salvi dal disastro nucleare, con solo un piccolo terremoto da gestire. Ma si parla ancora delle dispersioni di materiale radioattivo. Lo si fa per pura strumentalizzazione, in quanto il cesio disperso era in quantità estremamente ridotta, al di sotto di qualsiasi livello di allarme.
Ammettiamo anche che sia stato un livello superiore, tanto da contaminare un paio di chilometri quadrati. Come possiamo passare ore a discutere di questo, quando un’intera nazione è messa in ginocchio da inondazioni, incendi e scosse sismiche? Si può rimanere al corrente della situazione monitornando il sito della TEPCO (Tokyo Electric Power Company): un’area di 20 km^2 è stata evacuata per ragioni di sicurezza, poiché si è misurata una radioattività superiore alla norma.
È preoccupante, è vero, ma è assolutamente trascurabile in confronto ai danni e ai problemi che il Giappone dovrà affrontare a causa di questo terremoto. Io credo che la gestione giapponese sia stata impeccabile e che manterranno sotto controllo la situazione come hanno fatto finora. Purtroppo, nonostante si continui a parlare di nucleare in tutte le salse, le tragedie che stiamo osservando inermi sono ben altre, e dovremmo smettere di strumentalizzare questi avvenimenti in base alle nostre paure e i nostri preconcetti.
Ecco cosa dovremmo imparare dai giapponesi. L’esistenza dell’uomo si inserisce nel disegno della Natura e così noi ci costruiamo una realtà dove vivere. Dobbiamo farlo con rispetto, con intelligenza e con umiltà perché, come dice Magris, noi non siamo contrapposti alla Natura, ne siamo parte. E se un’onda ci spazzasse via tutti facendoci scomparire da un giorno all’altro non ci sarebbe tragedia né sollievo per la Natura, che continuerebbe come ha sempre fatto.
Cosa possiamo imparare dal terremoto in Giappone (e dai giapponesi)
di Eleonora Presani - lunedì 14 marzo 2011
Anche su Appunti Digitali, come su tutto il resto del panorama d’informazione e opinione, parliamo del terremoto avvenuto in Giappone nei giorni scorsi. Lo faremo nella giornata di oggi con due contributi, quello che vi apprestate a leggere e un successivo articolo di Simone Serra che entrerà maggiormente nei dettagli tecnici della vicenda.
Torniamo al Giappone: questo avvenimento è di una portata così macroscopica, che mi è molto difficile parlarne. È difficile perché nessuno può confrontarsi con più di diecimila morti e dispersi, stando comodamente seduto di fronte al proprio computer, e pensare di descrivere o commentare questo avvenimento. Ci si sente delle piccole formiche, inermi e incapaci perfino di comprendere la gravità di questa tragedia. Cercherò quindi di parlarne in modo più tecnico, osservando cosa secondo me possiamo imparare da questo evento che lascerà inevitabilmente la sua impronta nella storia.
Una cosa mi ha colpito in modo particolare questi giorni, e ammetto che faccio fatica a contenere la rabbia su questo punto. Leggendo molti dei giornali italiani sembra che il terremoto e il conseguente tsunami siano eventi secondari, laterali rispetto all’allarme della centrale nucleare di Fukushima.
Il Fatto Quotidiano, al momento della mia scrittura, titola: “Giappone, dopo Fukushima emergenza in altre centrali“, e Repubblica “Si teme la pioggia radioattiva per domani“… Di solito trovo, personalmente, specialmente la prima di queste testate alquanto informativa.
Ma trovo vergognosa la strumentalizzazione di questa tragedia. Veramente questi giornali (ma sono solo esempi, molti altri sono assolutamente analoghi) cercano di venderci la notizia che i giapponesi, in questo momento, devono preoccuparsi delle centrali nucleari? Con diecimila morti risultanti da un conteggio ancora parziale?
Prima di entrare nello specifico del perché, dal mio punto di vista, questa è un’assurdità incredibile e molto pericolosa per la disinformazione che viene data alla popolazione, vorrei consigliarvi la lettura di un editoriale, apparso sul Corriere, che spiega il mio punto di vista (come essere umano, non come fisico nucleare) molto meglio di come posso solo sperare di fare io stessa.
Si tratta dell’editoriale di Claudio Magris, a cui posso solo inchinarmi per la profondità e la chiarezza delle proprie parole. Vorrei ricordate a tutti i lettori di questa rubrica (ma probabilmente molti di voi lo hanno già capito) che la mia opinione può essere facilmente riassunta da alcune frasi di questo editoriale: l’uomo È natura.
L’uomo non può fare niente di contro natura, semplicemente perché è parte di essa, proprio come ogni altro organismo, elemento e particella dell’Universo. Quello che può fare, e che spesso gli riesce molto bene, è fare cose stupide e che lo porteranno a pagare un alto prezzo. Ma anche questo, come tutto il resto, va perfettamente secondo natura.
Il terremoto avvenuto in Giappone lo scorso 11 Marzo è stato il quinto terremoto più potente della storia dell’uomo. È il più potente terremoto che il Giappone abbia mai dovuto affrontare. Eppure sembra che alluvioni, città distrutte, mancanza di acqua potabile, mancanza di elettricità, strade distrutte, case sommerse, siano un evento secondario, perché una centrale nucleare ha affrontato, in una situazione del genere, delle difficoltà nella gestione del raffreddamento post spegnimento.
I giornali sembra vogliano tenerci aggiornati solo su questo. Cercando di scrivere questo post, però, mi rendo conto che trovare delle informazioni affidabili e serie su questo argomento è veramente difficile. Oltre al contributo di Simone, che apparirà fra poco su queste pagine, il testo che secondo me descrive nel modo più preciso e comprensibile cosa sia veramente successo alla centrale di Fukushima, è apparso in un blog di un insegnante australiano residente nella città di Kawasaki, in Giappone. Questo testo è stato scritto dal Dr. Joseph Oehmen, del MIT di Boston.
Ho sentito, o meglio letto sulla rete, che qualcuno si è addirittura sognato di paragonare l’esplosione avvenuta alla centrale di Fukushima, al disastro di Chernobyl.
Mi sento in colpa solo a menzionare questo paragone, ma lo faccio con l’unico scopo di sfatare ogni dubbio. L’esplosione di Chernobyl è stata causata da un aumento eccessivo di pressione, dall’esplosione dell’idrogeno e dalla rottura di tutti i contenimenti, con la conseguente espulsione di tutto il materiale del nucleo (core) nell’ambiente esterno (quella che viene chiamata “bomba sporca”).
Tempo fa ho scritto un pezzo che tentava di spiegare la tragedia di Chernobyl, per cui chi è interessato può rileggerlo. Questo non ha assolutamente niente di niente a che vedere con ciò che è successo in Giappone. C’è chi vuole, dopo questo evento, mettere in discussione la sicurezza del nucleare. Anche secondo me bisogna farlo: queste centrali sono state progettate per resistere a un terremoto di grado 8.2.
Stanno resistendo, molto bene nonostante quello che si dice, ad un terremoto di grado 8.9, ovvero 7 volte maggiore! Ecco, quindi, la prima cosa che dobbiamo imparare dai giapponesi: come costruire centrali nucleari. Non è solo questo, ovviamente. Un mio amico che lavora per un esperimento di fisica in Giappone mi ha raccontato, molto stressato, come i Giapponesi prendano sul serio le prestazioni di design (ovvero le aspettative sui risultati che si hanno al momento della progettaazione).
Quando noi poniamo una prestazione di design pari a 10, ci aspettiamo nella realtà di avere 8 (parlo di esperimenti di fisica ora). In Giappone, quando si dice 10, si intende 15. Evidentemente, hanno applicato questo principio anche nella costruzione delle centrali nucleari. Tanto di cappello. Tutto, infatti, è stato gestito con la massima competenza.
Quando il terremoto era al suo apice, le aste di moderazione della centrale sono state inserite nel nucleo della centrale, e la reazione dell’Uranio è stata bloccata. Quando ciò avviene, la produzione del calore non cessa in maniera istantanea, poiché ci sono alcune reazioni secondarie che continuano ad avvenire. Mentre l’Uranio reagisce, infatti, crea alcuni elementi radioattivi più leggeri, tra cui, per esempio, il Cesio.
Bisogna quindi aspettare che le reazioni causate da questi elementi cessino di produrre calore. Poiché l’Uranio non produce più altri isotopi, è solo questione di tempo, e queste reazioni si fermeranno autonomamente. Questo calore residuo generato da isotopi secondari è quello di cui si è parlato tanto nei giornali di tutto il mondo. Ricordiamo che non rappresenta più del 3% del calore che si ha durante il funzionamento normale della centrale! Dopo l’inserimento delle aste di moderazione, però, si è dovuto affrontare il primo problema.
Il terremoto ha distrutto il generatore elettrico secondario, che era responsabile del raffreddamento del calore residuo. Alcuni generatori Diesel sono subentrati per qualche ora. Ad un certo punto, però, un’ondata di maremoto ha colpito la centrale. Non un’ondina, ricordiamolo, uno tsunami più potente di qualsiasi previsione umana.
Chi progetta centrali nucleari, però, non si può basare sulle previsioni umane, deve difendere la centrale dall’inimmaginabile. Infatti, la centrale di Fukushima ha attivato delle batterie secondarie di emergenza, in grado di fornire il raffreddamento del nucleo per altre otto ore. Alla fine di queste otto ore, però, non c’è stato modo di fornire energia supplementare per il raffreddamento.
Ricordiamoci, ancora una volta, cosa stava succedendo fuori da quella centrale. Per fortuna, a gestire una centrale nucleare non sono dei giornalisti allarmisti (passatemi la frecciatina), ma persone con una formazione molto specifica, che sanno cosa fare in ogni momento, compresa la gestione della fusione del nucleo della centrale. Per ridurre la pressione all’interno delle varie camere di contenimento della centrale, gli operatori hanno azionato diverse valvole di emissione del vapore verso l’ambiente esterno.
Quando ciò è avvenuto, i giornalisti di cui sopra hanno cominciato a urlarci nelle orecchie che si è verificata una dispersione di materiale radioattivo verso l’ambiente circostante la centrale. È vero? Si, è verissimo. Ma si tratta per lo più di isotopi di azoto, e alcuni gas nobili. In pratica, si tratta di aria e acqua radioattiva. La vita media di questi isotopi è nell’ordine della frazione di secondo. Ciò vuol dire che nel tempo che uno pensa di prendere delle misure della radioattività la radioattività è già scomparsa.
Durante questa fase è avvenuta l’esplosione mostrata nella foto e che ha spaventato il mondo quasi quanto il terremoto di grado 8.9. Il vapore emesso dalla valvole, infatti, ha temperature elevatissime, tali da ionizzare la molecola d’acqua in atomi di idrogeno e ossigeno. Purtroppo questa è una combinazione molto sfortunata e, soprattutto, esplosiva.
Infatti c’è stata un’esplosione all’interno dell’edificio della centrale, ma ben al di fuori delle varie stanze di contenimento. Il fatto che non sia avvenuto all’interno del volume di contenimento non è pura fortuna. Che l’idrogeno e l’ossigeno siano una coppia esplosiva lo si sa anche al momento della costruzione di una centrale. Se non si è un ingegnere sovietico che costruisce e gestisce Chernobyl secondo il volere del regime, questo è uno dei principali effetti da prendere in considerazione.
In nessuna centrale operante sul nostro pianeta è possibile che l’esplosione dell’idrogeno avvenga a contatto del core della centrale. Nemmeno nella centrale di Fukushima. Rimane però il problema di raffreddare le reazioni secondarie. L’Uranio è sotto controllo dall’inizio, ma purtroppo le reazioni del Cesio continuano, e la situazione venutasi a creare è innegabilmente grave.
La situazione non si è risolta facilmente (ma si è risolta). Tutti i sistemi secondari, terziari e via discorrendo hanno fallito nel raffreddare il nucleo della centrale. Parte del contenimento esterno (di terzo livello) ha ceduto, rilasciando una piccolissima quantità di Cesio nel vapore emesso all’esterno. I sistemi di raffreddamento hanno fallito, è vero, ma alla fine quello che si usa per raffreddare il nucleo di una centrale è acqua fresca.
Durante uno Tsunami mancano tante cose, ma non l’acqua. Gli operatori hanno quindi deciso di usare l’acqua marina per completare il raffreddamento, che si è concluso con successo. Non vi è più rischio di fusione o cose del genere, quindi. Cosa sarebbe successo se il nucleo si fosse fuso? Beh, lo avrebbero lasciato fondere all’interno delle camere di contenimento e aspettato che il terremoto passasse.
Dopodiché ci sarebbe stato un lavoro lungo, faticoso e delicato nello stoccaggio dell’uranio rimasto e nello smantellamento della centrale. Invece, eccoci qui, salvi dal disastro nucleare, con solo un piccolo terremoto da gestire. Ma si parla ancora delle dispersioni di materiale radioattivo. Lo si fa per pura strumentalizzazione, in quanto il cesio disperso era in quantità estremamente ridotta, al di sotto di qualsiasi livello di allarme.
Ammettiamo anche che sia stato un livello superiore, tanto da contaminare un paio di chilometri quadrati. Come possiamo passare ore a discutere di questo, quando un’intera nazione è messa in ginocchio da inondazioni, incendi e scosse sismiche? Si può rimanere al corrente della situazione monitornando il sito della TEPCO (Tokyo Electric Power Company): un’area di 20 km^2 è stata evacuata per ragioni di sicurezza, poiché si è misurata una radioattività superiore alla norma.
È preoccupante, è vero, ma è assolutamente trascurabile in confronto ai danni e ai problemi che il Giappone dovrà affrontare a causa di questo terremoto. Io credo che la gestione giapponese sia stata impeccabile e che manterranno sotto controllo la situazione come hanno fatto finora. Purtroppo, nonostante si continui a parlare di nucleare in tutte le salse, le tragedie che stiamo osservando inermi sono ben altre, e dovremmo smettere di strumentalizzare questi avvenimenti in base alle nostre paure e i nostri preconcetti.
Ecco cosa dovremmo imparare dai giapponesi. L’esistenza dell’uomo si inserisce nel disegno della Natura e così noi ci costruiamo una realtà dove vivere. Dobbiamo farlo con rispetto, con intelligenza e con umiltà perché, come dice Magris, noi non siamo contrapposti alla Natura, ne siamo parte. E se un’onda ci spazzasse via tutti facendoci scomparire da un giorno all’altro non ci sarebbe tragedia né sollievo per la Natura, che continuerebbe come ha sempre fatto.
Ultima modifica di CH1C0OLD il mar mar 22, 2011 12:58 pm, modificato 1 volta in totale.
GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE 2
http://www.appuntidigitali.it/15190/ter ... fukushima/
-- SEGUE QUESTO ARTICOLO http://www.sv-italia.it/forum/viewtopic ... 8&t=261984 --
Terremoti ed Energia Nucleare: il caso della centrale di Fukushima
di Simone Serra - lunedì 14 marzo 2011
Il post odierno interrompe il tema iniziato la scorsa settimana (e naturale prosecuzione degli ultimi post sul riscaldamento domestico) per trattare, in maniera diversa dal solito, un argomento di notevole importanza nelle ultime ore, ovvero della centrale nucleare di Fukushima, in queste ora sotto la lente di ingrandimento dei media e dei cittadini di tutto il mondo.
Il tema “Energia Nucleare” era previsto come argomento nella rubrica Energia e Futuro, con l’intenzione di esporlo in maniera completa, trattando sia la storia che la sua evoluzione ed esaminando le varie tipologie di impianto, pertanto con tempo espositivi analoghi a quelli utilizzati per altri temi quali l’Energia Eolica, l’Energia Solare e l’Energia dall’Acqua, ma visto il recente caso di cronaca abbiamo ritenuto doveroso anticipare almeno in parte tale tema, contestualizzandolo al caso dell’incidente Giapponese.
IL SISMA – MAGNITUDO 8.9 DELLA SCALA RICHTER
Alle ore 14:46 ora locale dell’11 Marzo 2011, nella zona a nord del Giappone si è verificato un terremoto di magnitudo 8,9 della scala Richter, con localizzazione dell’epicentro a circa 130 km a est dell’isola di Honshu, nell’oceano Pacifico.
Tale evento sismico era stato preceduto da scosse di magnitudo inferiore che, vista la particolare sismicità del Giappone, evidentemente non avevano fatto presagire un fenomeno di tale portata.
Al seguito dell’evento principale si è avuto un secondo sisma di intensità inferiore, pari ad una magnitudo 6.5 della scala Richter.
E’ importante precisare che la scala Richter è logaritmica, pertanto il fattore di scala tra un punto ed il successivo non è lineare ma cresce in proporzione al logaritmo, e nel caso della scala Richter (usata principalmente in ambito divulgativo, mentre in ambito scientifico si utilizza spesso la “scala di magnitudo del momento”) tale fattore di scala è 31, pertanto passando da 4 a 5 si moltiplica per 31, da 5 a 6 di altri 31, (complessivamente 31*31=961).
Sulla base di questo dato è possibile fare un paragone con il sisma che ha devastato l’Aquila, di livello 5.9 della scala Richter, pertanto circa 30000 volte meno “intenso”.
GLI IMPIANTI NUCLEARI GIAPPONESI – LA SITUAZIONE PRIMA E DOPO
Il Giappone conta 54 reattori nucleari suddivisi in diversi impianti dislocati principalmente lungo la costa, per il motivo principale che, trattandosi di impianti a vapore nel loro sistema di conversione di energia termica in elettrica, necessitano di acqua per condensare il vapore (una spiegazione esaustiva degli impianti a vapore si trova nel link indicato) senza alcun miscelamento tra il fluido refrigerante ed il fluido da condensare (fortemente desalinizzato e purificato alla fonte per non danneggiare la turbina).
Principali Reattori Nucleari Giapponesi
In corrispondenza dell’evento sismico sono scattate le procedure di sicurezza previste per tutti gli impianti in qualche modo coinvolti dall’evento, procedure che hanno portato allo spegnimento dei seguenti reattori:
◦centrale di Onagawa: reattori n. 1, 2, 3
◦centrale di Fukushima 1: reattori n. 1, 2, 3
◦centrale di Fukushima 2: reattori n. 1, 2, 3, 4
◦centrale di Tokai, reattore n. 1 (la centrale ha un unico reattore)
Tutti gli altri reattori distribuiti per il Giappone hanno continuato ad operare senza problemi, pertanto 43 reattori sono rimasti attivi e lo sono tutt’ora in quanto non coinvolti negli effetti del sisma.
Di tutti i reattori interessati dalle procedure di sicurezza, nell’impianto di Fukushima 2, in particolare il reattore 1 ha avuto dei problemi legati all’innalzamento delle temperature del core dell’impianto, che ricordo essere costituito da uno scudo in acciaio racchiuso all’interno di una struttura in cemento armato opportunamente progettata per resistere ad eventi catastrofici, sia terroristici che sismici.
Il reattore oggetto dell’attenzione è di tipo BWR (Boiling Water Reactor), il cui fluido operativo transita anche nel core e risulta dunque lievemente radioattivo. In altre parole il fluido è utilizzato sia per l’espansione in turbina che per la moderazione (acqua leggera), al contrario di quanto avviene in altre tipologie di reattori come l’EPR (European Pressurized Reactor), nel quale il fluido evolvente in turbina non è radioattivo.
schema centrale BWR
FUKUSHIMA 2 – COSA E’ SUCCESSO
Durante la prevista operazione di refrigeramento e depressurizzazione del nocciolo del reattore si è avuto il blocco improvviso delle unità diesel di emergenza impiegate a tale scopo, pertanto il tempo necessario per intervenire a risolvere tale malfunzionamento ha comportato un incremento della pressione nel reattore.
Le azioni successive volte a contrastare tale incremento di pressione sono state quelle previste per i reattori BWR, ovvero è stata immessa acqua devaporizzata da una piscina di condensazione posta sotto il reattore.
Tale acqua, scaldandosi progressivamente a 100 gradi non si condensava più e la pressione del vapore aumentava conseguentemente, pertanto i tecnici hanno deciso di sfogare parte del vapore verso il contenitore esterno, e la formazione di idrogeno ed ossigeno liberi hanno portato all’esplosione (non di tipo nucleare) che, a quanto pare, non ha distrutto il contenitore esterno, seppur danneggiandolo.
Oltre all’idrogeno ed all’ossigeno sono fuoriuscite modeste quantità di iodio 131 e cesio 137, il che allontana il rischio di meltdown, ovvero di fusione del nocciolo.
La pericolosità di questo incidente è stata, nella scala Ines comunemente utilizzata per queste classificazioni, di livello 4 (impatto locale) su un livello massimo di 7 (incidente di Chernobyl, impianto privo di contenimento).
COSA ACCADREBBE SE AVVENISSE LA FUSIONE DEL NOCCIOLO?
Tale eventualità non risulta probabile in quanto, come detto sopra, le azioni messe in atto dai tecnici della centrale hanno ridotto la pressione ad un livello sotto controllo, inoltre in caso di fusione del nocciolo (come avvenne nell’incidente, privo di vittime, di Three Mile Island), per potere avere fuoriuscita di materiale radioattivo si dovrebbe avere la fusione della base del contenitore in acciaio (Vessel) che contiene il nocciolo, e permettere al materiale fuoriuscito di contaminare il terreno.
Un’altra condizione che potrebbe portare alla fuoriuscita di materiale radioattivo sarebbe lo scoperchiamento del contenitore interno in acciaio, ma questo ha tenuto benissimo all’incremento di pressione – già a quanto si apprende ritornata sotto controllo.
RISCHI RADIOATTIVI
Lo sfogo attuato dai tecnici giapponesi ha portato come già detto alla fuoriuscita di modeste quantità di vapore (da cui la “fumata bianca”) e di iodio 131 e cesio 137, ma quale risulta essere la loro pericolosità?
Prima di tutto è importante evidenziare che le quantità fuoriuscite sono modeste, e che tali materiali ricadono, in assenza di vento, nelle vicinanze della centrale stessa, con conseguenze limitate in termini di contaminazione.
La presenza di vento invece ne riduce ulteriormente la concentrazione a livelli modesti, e non bisogna dimenticare che lo iodio 131 decade in otto giorni mentre il cesio 137 in qualche mese.
Un altro punto importante è quello relativo alle misure precauzionali messe in atto dalle autorità Giapponesi che hanno portato all’evacuazione di un’area sufficientemente estesa ed hanno fornito pillole di iodio in modo da garantire un’ulteriore misura precauzionale, assolutamente prevista e standard, il tutto proprio per portare contenere le possibili conseguenze a livelli assolutamente ridotti.
Di altro livello è stata l’esposizione del personale della centrale, trovatosi nella zona critica e pertanto esposto a livelli più elevati: si tratta di soggetti che verranno ospedalizzati con l’obiettivo di minimizzare le conseguenze di questa esposizione.
SICUREZZA NUCLEARE E SICUREZZA AEREA – UN PARALLELO
Riflettendo sugli standard di sicurezza di un impianto nucleare è possibile fare un parallelo con la sicurezza richiesta al trasporto aereo, da tanti temuto, eppure statisticamente il più sicuro tra tutti i mezzi di trasporto, soprattutto rispetto all’automobile.
Come le procedure di volo, anche gli impianti nucleari richiedono il rispetto di rigidissimi protocolli di emergenza, ed entrambi si ritrovano “a fare notizia” ad ogni inconveniente. In effetti non è inusuale leggere notizie enfatizzate riguardanti “atterraggi di emergenza” per inconvenienti in realtà minimi, procedure però seguite per garantire uno standard di sicurezza elevatissimo.
Nel caso del Giappone l’evoluzione dello scenario è rapidissima, ed è difficile prevedere il bilancio finale. È d’altronde vero che tutti i profili di rischio presentatisi fino ad ora sono stati gestiti con la massima competenza e professionalità: un dato questo che stride coi toni allarmistici, con le informazioni parziali e con le mezze verità (spesso riferite ai dati trasmessi dall’IAEA, citati in maniera incompleta ed imprecisa) susseguitesi nelle ultime ore sui media italiani.
L’invito pertanto è sempre quello di fare le proprie valutazioni con spirito critico, senza di pregiudizi e cercando, anche in un momento teso come questo, di tenere a bada l’ondata emotiva che i mass media hanno tutta la convenienza a cavalcare.
Un cenno infine ad un tema che nei commenti sicuramente si presenterà: la centrale PWR, centrale di 3a generazione del tipo proposte per l’Italia non avrebbe potuto avere questi problemi, in quanto le specifiche richieste dalle normative per essa sono ancora più stringenti, sia in termini di resistenza che per il controllo della pressione, in particolare:
◦i moderni PWR non necessitano di sistemi ausiliari diesel per il raffreddamento del nucleo (modello AP1000), e nei casi in cui questi fossero previsti (altri modelli), lo sono con opportuna ridondanza degli stessi, in quanto il raffreddamento, in caso di crescita pressione, e’ assicurata da meccanismi naturali e automatici
◦il contenitore esterno e’ studiato per resistere a sollecitazioni di molte volte superiori
◦il rilascio parziale di radioattività per ridurre la pressione del Vessel non si verificherebbe perché nei PWR l’acqua del circuito che tocca il reattore rimane separata da quella che va alla turbina (ed e’ questa che ha portato fuori materiale radioattivo)
Ovviamente questa considerazione esula dalla condizione delle centrale di Fukushima, in quanto questa è nata in un’epoca nella quale lo stato dell’arte era rappresentato dalle centrali BWR, mentre le centrali Giapponesi più recenti sono basate su altre soluzioni più sicure, perché la tecnologia avanza costantemente, e quanto accaduto dimostra come una corretta preparazione del personale (quella mancata nel disastro di Chernobyl) possa prevenire danni più elevati.
Per oggi è tutto, confido nel buon senso dei lettori per evitare commenti puerili e superficiali… è lecito avere paura, ma le preoccupazioni personali non devono prevaricare i fatti ed il rispetto degli altri, siano essi commentatori che autori del post… a lunedì prossimo, sempre su AppuntiDigitali, sempre con la rubrica Energia e Futuro.
Ringraziamenti e Fonti
◦Prof. Dott. Francesco Floris (Docente di Generatori di Vapore e Combustione e Trasmissione del Calore presso l’Università di Cagliari)
◦Dott. Ing. Umberto Minopoli (Ansaldo Nucleare)
◦IAEA – International Atomic Energy Agency
◦Materiale vario, parzialmente reperibile sul web e su pubblicazioni scientifiche, oltre che da materiale di conferenze e tavole rotonde specialistiche, impossibile da riassumere in breve
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Terremoti ed Energia Nucleare: il caso della centrale di Fukushima
di Simone Serra - lunedì 14 marzo 2011
Il post odierno interrompe il tema iniziato la scorsa settimana (e naturale prosecuzione degli ultimi post sul riscaldamento domestico) per trattare, in maniera diversa dal solito, un argomento di notevole importanza nelle ultime ore, ovvero della centrale nucleare di Fukushima, in queste ora sotto la lente di ingrandimento dei media e dei cittadini di tutto il mondo.
Il tema “Energia Nucleare” era previsto come argomento nella rubrica Energia e Futuro, con l’intenzione di esporlo in maniera completa, trattando sia la storia che la sua evoluzione ed esaminando le varie tipologie di impianto, pertanto con tempo espositivi analoghi a quelli utilizzati per altri temi quali l’Energia Eolica, l’Energia Solare e l’Energia dall’Acqua, ma visto il recente caso di cronaca abbiamo ritenuto doveroso anticipare almeno in parte tale tema, contestualizzandolo al caso dell’incidente Giapponese.
IL SISMA – MAGNITUDO 8.9 DELLA SCALA RICHTER
Alle ore 14:46 ora locale dell’11 Marzo 2011, nella zona a nord del Giappone si è verificato un terremoto di magnitudo 8,9 della scala Richter, con localizzazione dell’epicentro a circa 130 km a est dell’isola di Honshu, nell’oceano Pacifico.
Tale evento sismico era stato preceduto da scosse di magnitudo inferiore che, vista la particolare sismicità del Giappone, evidentemente non avevano fatto presagire un fenomeno di tale portata.
Al seguito dell’evento principale si è avuto un secondo sisma di intensità inferiore, pari ad una magnitudo 6.5 della scala Richter.
E’ importante precisare che la scala Richter è logaritmica, pertanto il fattore di scala tra un punto ed il successivo non è lineare ma cresce in proporzione al logaritmo, e nel caso della scala Richter (usata principalmente in ambito divulgativo, mentre in ambito scientifico si utilizza spesso la “scala di magnitudo del momento”) tale fattore di scala è 31, pertanto passando da 4 a 5 si moltiplica per 31, da 5 a 6 di altri 31, (complessivamente 31*31=961).
Sulla base di questo dato è possibile fare un paragone con il sisma che ha devastato l’Aquila, di livello 5.9 della scala Richter, pertanto circa 30000 volte meno “intenso”.
GLI IMPIANTI NUCLEARI GIAPPONESI – LA SITUAZIONE PRIMA E DOPO
Il Giappone conta 54 reattori nucleari suddivisi in diversi impianti dislocati principalmente lungo la costa, per il motivo principale che, trattandosi di impianti a vapore nel loro sistema di conversione di energia termica in elettrica, necessitano di acqua per condensare il vapore (una spiegazione esaustiva degli impianti a vapore si trova nel link indicato) senza alcun miscelamento tra il fluido refrigerante ed il fluido da condensare (fortemente desalinizzato e purificato alla fonte per non danneggiare la turbina).
Principali Reattori Nucleari Giapponesi
In corrispondenza dell’evento sismico sono scattate le procedure di sicurezza previste per tutti gli impianti in qualche modo coinvolti dall’evento, procedure che hanno portato allo spegnimento dei seguenti reattori:
◦centrale di Onagawa: reattori n. 1, 2, 3
◦centrale di Fukushima 1: reattori n. 1, 2, 3
◦centrale di Fukushima 2: reattori n. 1, 2, 3, 4
◦centrale di Tokai, reattore n. 1 (la centrale ha un unico reattore)
Tutti gli altri reattori distribuiti per il Giappone hanno continuato ad operare senza problemi, pertanto 43 reattori sono rimasti attivi e lo sono tutt’ora in quanto non coinvolti negli effetti del sisma.
Di tutti i reattori interessati dalle procedure di sicurezza, nell’impianto di Fukushima 2, in particolare il reattore 1 ha avuto dei problemi legati all’innalzamento delle temperature del core dell’impianto, che ricordo essere costituito da uno scudo in acciaio racchiuso all’interno di una struttura in cemento armato opportunamente progettata per resistere ad eventi catastrofici, sia terroristici che sismici.
Il reattore oggetto dell’attenzione è di tipo BWR (Boiling Water Reactor), il cui fluido operativo transita anche nel core e risulta dunque lievemente radioattivo. In altre parole il fluido è utilizzato sia per l’espansione in turbina che per la moderazione (acqua leggera), al contrario di quanto avviene in altre tipologie di reattori come l’EPR (European Pressurized Reactor), nel quale il fluido evolvente in turbina non è radioattivo.
schema centrale BWR
FUKUSHIMA 2 – COSA E’ SUCCESSO
Durante la prevista operazione di refrigeramento e depressurizzazione del nocciolo del reattore si è avuto il blocco improvviso delle unità diesel di emergenza impiegate a tale scopo, pertanto il tempo necessario per intervenire a risolvere tale malfunzionamento ha comportato un incremento della pressione nel reattore.
Le azioni successive volte a contrastare tale incremento di pressione sono state quelle previste per i reattori BWR, ovvero è stata immessa acqua devaporizzata da una piscina di condensazione posta sotto il reattore.
Tale acqua, scaldandosi progressivamente a 100 gradi non si condensava più e la pressione del vapore aumentava conseguentemente, pertanto i tecnici hanno deciso di sfogare parte del vapore verso il contenitore esterno, e la formazione di idrogeno ed ossigeno liberi hanno portato all’esplosione (non di tipo nucleare) che, a quanto pare, non ha distrutto il contenitore esterno, seppur danneggiandolo.
Oltre all’idrogeno ed all’ossigeno sono fuoriuscite modeste quantità di iodio 131 e cesio 137, il che allontana il rischio di meltdown, ovvero di fusione del nocciolo.
La pericolosità di questo incidente è stata, nella scala Ines comunemente utilizzata per queste classificazioni, di livello 4 (impatto locale) su un livello massimo di 7 (incidente di Chernobyl, impianto privo di contenimento).
COSA ACCADREBBE SE AVVENISSE LA FUSIONE DEL NOCCIOLO?
Tale eventualità non risulta probabile in quanto, come detto sopra, le azioni messe in atto dai tecnici della centrale hanno ridotto la pressione ad un livello sotto controllo, inoltre in caso di fusione del nocciolo (come avvenne nell’incidente, privo di vittime, di Three Mile Island), per potere avere fuoriuscita di materiale radioattivo si dovrebbe avere la fusione della base del contenitore in acciaio (Vessel) che contiene il nocciolo, e permettere al materiale fuoriuscito di contaminare il terreno.
Un’altra condizione che potrebbe portare alla fuoriuscita di materiale radioattivo sarebbe lo scoperchiamento del contenitore interno in acciaio, ma questo ha tenuto benissimo all’incremento di pressione – già a quanto si apprende ritornata sotto controllo.
RISCHI RADIOATTIVI
Lo sfogo attuato dai tecnici giapponesi ha portato come già detto alla fuoriuscita di modeste quantità di vapore (da cui la “fumata bianca”) e di iodio 131 e cesio 137, ma quale risulta essere la loro pericolosità?
Prima di tutto è importante evidenziare che le quantità fuoriuscite sono modeste, e che tali materiali ricadono, in assenza di vento, nelle vicinanze della centrale stessa, con conseguenze limitate in termini di contaminazione.
La presenza di vento invece ne riduce ulteriormente la concentrazione a livelli modesti, e non bisogna dimenticare che lo iodio 131 decade in otto giorni mentre il cesio 137 in qualche mese.
Un altro punto importante è quello relativo alle misure precauzionali messe in atto dalle autorità Giapponesi che hanno portato all’evacuazione di un’area sufficientemente estesa ed hanno fornito pillole di iodio in modo da garantire un’ulteriore misura precauzionale, assolutamente prevista e standard, il tutto proprio per portare contenere le possibili conseguenze a livelli assolutamente ridotti.
Di altro livello è stata l’esposizione del personale della centrale, trovatosi nella zona critica e pertanto esposto a livelli più elevati: si tratta di soggetti che verranno ospedalizzati con l’obiettivo di minimizzare le conseguenze di questa esposizione.
SICUREZZA NUCLEARE E SICUREZZA AEREA – UN PARALLELO
Riflettendo sugli standard di sicurezza di un impianto nucleare è possibile fare un parallelo con la sicurezza richiesta al trasporto aereo, da tanti temuto, eppure statisticamente il più sicuro tra tutti i mezzi di trasporto, soprattutto rispetto all’automobile.
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L’invito pertanto è sempre quello di fare le proprie valutazioni con spirito critico, senza di pregiudizi e cercando, anche in un momento teso come questo, di tenere a bada l’ondata emotiva che i mass media hanno tutta la convenienza a cavalcare.
Un cenno infine ad un tema che nei commenti sicuramente si presenterà: la centrale PWR, centrale di 3a generazione del tipo proposte per l’Italia non avrebbe potuto avere questi problemi, in quanto le specifiche richieste dalle normative per essa sono ancora più stringenti, sia in termini di resistenza che per il controllo della pressione, in particolare:
◦i moderni PWR non necessitano di sistemi ausiliari diesel per il raffreddamento del nucleo (modello AP1000), e nei casi in cui questi fossero previsti (altri modelli), lo sono con opportuna ridondanza degli stessi, in quanto il raffreddamento, in caso di crescita pressione, e’ assicurata da meccanismi naturali e automatici
◦il contenitore esterno e’ studiato per resistere a sollecitazioni di molte volte superiori
◦il rilascio parziale di radioattività per ridurre la pressione del Vessel non si verificherebbe perché nei PWR l’acqua del circuito che tocca il reattore rimane separata da quella che va alla turbina (ed e’ questa che ha portato fuori materiale radioattivo)
Ovviamente questa considerazione esula dalla condizione delle centrale di Fukushima, in quanto questa è nata in un’epoca nella quale lo stato dell’arte era rappresentato dalle centrali BWR, mentre le centrali Giapponesi più recenti sono basate su altre soluzioni più sicure, perché la tecnologia avanza costantemente, e quanto accaduto dimostra come una corretta preparazione del personale (quella mancata nel disastro di Chernobyl) possa prevenire danni più elevati.
Per oggi è tutto, confido nel buon senso dei lettori per evitare commenti puerili e superficiali… è lecito avere paura, ma le preoccupazioni personali non devono prevaricare i fatti ed il rispetto degli altri, siano essi commentatori che autori del post… a lunedì prossimo, sempre su AppuntiDigitali, sempre con la rubrica Energia e Futuro.
Ringraziamenti e Fonti
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Ultima modifica di CH1C0OLD il lun mar 14, 2011 6:21 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE 2
ti amo quando posti questo tipo di informazione.....sono lampi di luce nel buio di ignoranza dell'itaGLiano medio....
il problema è che l'1% della popolazione capisce queste cose....la restante parte alla parola nucleare riesce solo a collegare l'incidente di cernobyl, senza neanche sapere le cause (negligenza e follia) che hanno portato anche a quellì'incidente! per non parlare dell'evoluzione tecnica!
il problema è che l'1% della popolazione capisce queste cose....la restante parte alla parola nucleare riesce solo a collegare l'incidente di cernobyl, senza neanche sapere le cause (negligenza e follia) che hanno portato anche a quellì'incidente! per non parlare dell'evoluzione tecnica!
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Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE 2
nonostante l'abbiocco post pranzo (complice il vino bianco e i caffe corretti) ho letto entrambe i post e devo dire che da un lato condivido che è assurdo parlare solo del pericolo radiazioni, in particolare se la situazione non è cosi critica come alcuni media la dipingono, pero a mio parere quando ci parla di nucleare è meglio prendere una contromisura in più che non dover recuperare dopo, da profano se scoppia un oleodotto e una centrale nucleare ha una perdita mi concentrerei sulla seconda, poi magari sbaglio...
per la questione nucleare in Italia spero che questa sciagura serva ad annullare la pianificazione di nuove centrali, poichè il problema non è cosa succederebbe in Italia in caso di sisma, ma anche solo la semplice gestione delle scorie...
basta vedere come hanno "risolto" il problema di napoli...
ps
consiglio chiudete il primo post cosi la discussione va avanti in una discussione sola
per la questione nucleare in Italia spero che questa sciagura serva ad annullare la pianificazione di nuove centrali, poichè il problema non è cosa succederebbe in Italia in caso di sisma, ma anche solo la semplice gestione delle scorie...
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Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE
PEr quanto la signorina (o signora) Eleonora Presani sia sicuramente molto competente e preparata , dubito che abbia possibilità di sapere cosa realmente sia successo e in che stato versino i reattori.
Io personalmente ho visto i video , e quello che si vede è un botto tremendo con fumo e roba che volta (lo potete trovare ovunque sul tubo). E la cosa è quantomeno inquietante.
Il fatto che solo poche centrali (per fortuna) siano state coinvolte è solo questione di un caso , l'epicentro poteva essere ovunque e sarebbe andata molto peggio forse.
Per un terremoto che mettendo a paragone le due scale , ritcher e mercalli (una misura magnitudo e l'altra "effetti" ) si arriva quasi all'ultimo grado della seconda scala , che recita "nessun edificio costruito dall'uomo resisterebbe".
Nsomma si spaccano le montagne. E ci sono andati vicini.
Se l'epicentro fosse stato a tokio la citta si sarebbe sgretolata , se si fosse verificato in abruzzo si sarebbe sgretolata Roma .
Con tute le rassicurazioni "tecniche" o meno , io a vedere bambini passati al contatore geigher (si scrive così) mi cago sotto e mi viene in mente che forse stiamo giocando con qualcosa infinitivamente piu' piccolo di noi ma tanto tanto piu' potente...e incontrollabile...
Io personalmente ho visto i video , e quello che si vede è un botto tremendo con fumo e roba che volta (lo potete trovare ovunque sul tubo). E la cosa è quantomeno inquietante.
Il fatto che solo poche centrali (per fortuna) siano state coinvolte è solo questione di un caso , l'epicentro poteva essere ovunque e sarebbe andata molto peggio forse.
Per un terremoto che mettendo a paragone le due scale , ritcher e mercalli (una misura magnitudo e l'altra "effetti" ) si arriva quasi all'ultimo grado della seconda scala , che recita "nessun edificio costruito dall'uomo resisterebbe".
Nsomma si spaccano le montagne. E ci sono andati vicini.
Se l'epicentro fosse stato a tokio la citta si sarebbe sgretolata , se si fosse verificato in abruzzo si sarebbe sgretolata Roma .
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Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE 2
grazie per il ripasso del corso di "macchine" del 2° anno (o era il 1°...boh)
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Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE
Ciao Franz... bello rileggerti ogni tantoFranz ha scritto:PEr quanto la signorina (o signora) Eleonora Presani sia sicuramente molto competente e preparata , dubito che abbia possibilità di sapere cosa realmente sia successo e in che stato versino i reattori.
Io personalmente ho visto i video , e quello che si vede è un botto tremendo con fumo e roba che volta (lo potete trovare ovunque sul tubo). E la cosa è quantomeno inquietante.
Il fatto che solo poche centrali (per fortuna) siano state coinvolte è solo questione di un caso , l'epicentro poteva essere ovunque e sarebbe andata molto peggio forse.
Per un terremoto che mettendo a paragone le due scale , ritcher e mercalli (una misura magnitudo e l'altra "effetti" ) si arriva quasi all'ultimo grado della seconda scala , che recita "nessun edificio costruito dall'uomo resisterebbe".
Nsomma si spaccano le montagne. E ci sono andati vicini.
Se l'epicentro fosse stato a tokio la citta si sarebbe sgretolata , se si fosse verificato in abruzzo si sarebbe sgretolata Roma .
Con tute le rassicurazioni "tecniche" o meno , io a vedere bambini passati al contatore geigher (si scrive così) mi cago sotto e mi viene in mente che forse stiamo giocando con qualcosa infinitivamente piu' piccolo di noi ma tanto tanto piu' potente...e incontrollabile...
Ad ogni modo questo era il primo di due articoli che ho postato.
Sebbene il primo sia "meno tecnico" e scritto soltanto da una laureata in fisica nucleare e subnucleare (con indirizzo astroparticelle) il secondo aritolo è molto più "cazzuto"... ti rimando a quello
http://www.sv-italia.it/forum/viewtopic ... 8&t=261985
Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE 2
No please... il primo post ha un taglio "leggero", il secondo un taglio più tecnico e hanno due punti di vista diversi.joker ha scritto:nonostante l'abbiocco post pranzo (complice il vino bianco e i caffe corretti) ho letto entrambe i post e devo dire che da un lato condivido che è assurdo parlare solo del pericolo radiazioni, in particolare se la situazione non è cosi critica come alcuni media la dipingono, pero a mio parere quando ci parla di nucleare è meglio prendere una contromisura in più che non dover recuperare dopo, da profano se scoppia un oleodotto e una centrale nucleare ha una perdita mi concentrerei sulla seconda, poi magari sbaglio...
per la questione nucleare in Italia spero che questa sciagura serva ad annullare la pianificazione di nuove centrali, poichè il problema non è cosa succederebbe in Italia in caso di sisma, ma anche solo la semplice gestione delle scorie...
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Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE 2
CH1C0 ha scritto:No please... il primo post ha un taglio "leggero", il secondo un taglio più tecnico e hanno due punti di vista diversi.joker ha scritto:nonostante l'abbiocco post pranzo (complice il vino bianco e i caffe corretti) ho letto entrambe i post e devo dire che da un lato condivido che è assurdo parlare solo del pericolo radiazioni, in particolare se la situazione non è cosi critica come alcuni media la dipingono, pero a mio parere quando ci parla di nucleare è meglio prendere una contromisura in più che non dover recuperare dopo, da profano se scoppia un oleodotto e una centrale nucleare ha una perdita mi concentrerei sulla seconda, poi magari sbaglio...
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Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE 2
secondo me prendere quest'evento come spunto per escludere il nucleare in italia è come decidere, dopo la prima vittima in una guerra, di ritirarsi: na strunzata...joker ha scritto:nonostante l'abbiocco post pranzo (complice il vino bianco e i caffe corretti) ho letto entrambe i post e devo dire che da un lato condivido che è assurdo parlare solo del pericolo radiazioni, in particolare se la situazione non è cosi critica come alcuni media la dipingono, pero a mio parere quando ci parla di nucleare è meglio prendere una contromisura in più che non dover recuperare dopo, da profano se scoppia un oleodotto e una centrale nucleare ha una perdita mi concentrerei sulla seconda, poi magari sbaglio...
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o in termini più politici: un voto isterico.
pensa al primo incidente aereo: da bandire gli aerei!!! e le auto o le moto??? ne vogliam parlare???? da bandire perchè la gente può morire! pensa un'auto che si infila in una scolaresca...mi vengono i brividi.....meglio andare a piedi...più sicuro e poi si arriva lo stesso no?!
se poi mi dici che il problema riguarderebbe la gestione di scorie e il fatto che le costruzioni in italia sono in mano ai mafiosi dimmerda allora posso anche capire...ma messa così è una vaccata....senza offesa ovviamente...!!
se poi è perchè le energie rinnovabili sono il futuro.....lasciam perdere che è meglio non fare della fantascienza! (lo saranno fra 30anni ma DOMANI direi proprio di no!) (amo questa faccina sdentata!)
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Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE 2
e mica me la sono presajoker ha scritto:CH1C0 ha scritto:No please... il primo post ha un taglio "leggero", il secondo un taglio più tecnico e hanno due punti di vista diversi.joker ha scritto:nonostante l'abbiocco post pranzo (complice il vino bianco e i caffe corretti) ho letto entrambe i post e devo dire che da un lato condivido che è assurdo parlare solo del pericolo radiazioni, in particolare se la situazione non è cosi critica come alcuni media la dipingono, pero a mio parere quando ci parla di nucleare è meglio prendere una contromisura in più che non dover recuperare dopo, da profano se scoppia un oleodotto e una centrale nucleare ha una perdita mi concentrerei sulla seconda, poi magari sbaglio...
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Chiderne anche uno significherebbe eitare il "reply" su chiavi di lettura diversi.
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Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE 2
non mi sono ancora offesoThe flame ha scritto:
se poi mi dici che il problema riguarderebbe la gestione di scorie e il fatto che le costruzioni in italia sono in mano ai mafiosi dimmerda allora posso anche capire...ma messa così è una vaccata....senza offesa ovviamente...!!
il problema secondo me è che la gestione delle scorie e la costruzione delle centrali finirebbero proprio cosi
ma sicuramente non sono sufficienti con l'attuale richiesta di energia, però sensibilizzando le persone e aumentando gli impianti domestici si puo lentamente migliorare la situazione, piu che altro togliere gli incentivi per le rinnovabili e puntare tutto sul nucleare mi sembra la strada sbagliata da percorrere...se poi è perchè le energie rinnovabili sono il futuro.....lasciam perdere che è meglio non fare della fantascienza! (lo saranno fra 30anni ma DOMANI direi proprio di no!) (amo questa faccina sdentata!)
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Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE
Cerchiamo pero' di fare un solo posto altrimenti è un casino. Linka nel tuo precedente questo così lo chiudo.
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Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE
vuo che faccia un solo post o vuoi che link nel post n2 questo?
In realtà nel 2° c'è già un rimando in un commento...
dimmi tu
In realtà nel 2° c'è già un rimando in un commento...
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Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE 2
Grazie alle nuovissime funzioni del forum ho unito i due argomenti
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Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE 2
cmq sia , per quanto gli articoli da te postati sia molto esaustivi , le notizie hanno un peso diverso.
http://www.ansa.it/web/index_refresh_ce.html" onclick="window.open(this.href);return false;
Saranno sicuramente reattori vecchi... io comunque non vorrei vicino nemmeno ad uno nuovo.
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Saranno sicuramente reattori vecchi... io comunque non vorrei vicino nemmeno ad uno nuovo.
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- SWolf
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Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE 2
franz non me ne volere... ma i giornalisti di sta roba ne sanno quanto una sarta di abiti di carnevale... (con tutto il rispetto x i giornalisti si intende.. e anche x le sarte )Franz ha scritto:cmq sia , per quanto gli articoli da te postati sia molto esaustivi , le notizie hanno un peso diverso.
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Saranno sicuramente reattori vecchi... io comunque non vorrei vicino nemmeno ad uno nuovo.
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Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE 2
Grazie Franz...Franz ha scritto:Grazie alle nuovissime funzioni del forum ho unito i due argomenti
Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE 2
PREMESSAFranz ha scritto:cmq sia , per quanto gli articoli da te postati sia molto esaustivi , le notizie hanno un peso diverso.
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Saranno sicuramente reattori vecchi... io comunque non vorrei vicino nemmeno ad uno nuovo.
in linea di principio io sono contro il nucleare.
Ma poichè in tempi brevi non abbiamo altra lternative (carbone pertrolio e gas non sono una alternativa così valida), temo che il nucleare sia una scelta obbligata.
Capiamoci, per gli utilizzi domestici, il solare (per l'acqua calda), il fotovoltaico e l'eolico credo che unitamente ad un SERIO risparmio energetico (e perciò coibentazioni serie, tripli vetri, basso consumo per tutto, computer efficienti e stop agli sprechi) possano dare un aiuto cazzuto.
Ma per l'industria PESANTE (tipo fonderie) o per i trasporti su rotaia (treni, metro) servono i WATT (non me ne vogliano gli ingegneri o i dotti in corrente e affini) veri. Serve la potenza. E questa potenza spesso serve anche di notte (ed il fotovoltaico di notte non funziona)...
Come la mettiamo?
Secondo me bisognerebbe investire davvero in ricerca. Bisognerebbe investire una percentuale di PIL congrua. Non saprei quanto potrebbe essere... ma una percentuale chiaramente più alta. Forse più alta di quella investita nella politica o nelle cazzate varie.
E troviamola questa caxxo di fonte energetica alternativa, a basso costo ed impatto ambientale.
CIO' PREMESSO
Le notizie su quello che avviene in giappone le leggo anche io sui siti ANSA e ADNKRONOS... ma preferisco approfondire tutto quello che posso su testate scientifiche.
I media sono troppo di parte o sparano grosso per avere audience. Fosse per loro il cancro sarebbe già debellato. Ma come sappiamo così non è.
I giornalisti dovrebbero solo riportare le notizie. Al massimo fare servizi, ricerca. Da quello che vedo invece sono troppo attenti al $... e non va bene
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Re: GIAPPONE - LA VERITA SUL NUCLEARE 2
Un video comunque dice piu' di un milione di parole.
Basta guardare quello di repubblica sull'esplosione del reattore 1. Roba da fungo atomico...
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Basta guardare quello di repubblica sull'esplosione del reattore 1. Roba da fungo atomico...
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