Italia come Argentina

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Italia come Argentina

Messaggio da Hellraiser » gio set 26, 2013 9:25 am

Uguale uguale. E' stato un modello da imitare ed è stato esportato in Grecia e ora da noi. Gli spagnoli si sono guardati bene da metterlo in atto, ma, anzi, hanno approfittato della svendita del nostro patrimonio per farne incetta.

Sono anni che lo dico e anni che mi si prende per il kulo. Ma ormai è talmente evidente che rimango esterrefatto e svuotato dall'ignoranza dell'italiano medio che continua a votare i delinquenti al governo.
Ed sono anche evidenti i ruoli dell'europa e della crisi pilotata dalla finanza: fare da regolatore delle economie da spolpare per imporre regimi economici volti all'abbassamento dei prezzi nei singoli paesi per poter favorire le multinazionali che vogliono derubare il patrimonio locale.

E noi a preoccuparci di cazzate, mentre il nostro futuro viene messo in serio dubbio.

Finiremo come l'argentina, senza nessun dubbio.
di Sergio Di Cori Modigliani

E così, di riffa e di raffa, il Bel Paese se ne va.
O meglio, diciamo piuttosto che, con il trascorrere dei giorni, diventa sempre più chiaro come -a dispetto della apparenze- non siamo nelle mani di beceri incompetenti, di cialtroni immeritevoli, di raccomandati di lusso, incapaci di mettere in piedi uno straccio di progetto decoroso che funzioni e sia efficace.
Siamo nelle mani di una classe dirigente politica che si è macchiata e si sta macchiando del più orribile crimine che in tutte le civiltà, presso tutte le etnie, in tutte le epoche, è sempre stato considerato come l'atto più vile e tragico che si possa compiere: il tradimento della propria comunità e la svendita del territorio della propria cittadinanza allo straniero.
Perchè una cosa è il dramma delle guerre, dove l'invasore prepotente si appropria con la violenza delle armi di beni che non sono suoi.
Ben altra cosa è avere la certezza di essere capitanati da un manipolo di solerti impiegati che hanno scelto di consegnare i forzieri nazionali -riempiti grazie al lavoro di centinaia di generazioni diligenti, industriose e parsimoniose- nelle mani dei nostri più agguerriti competitors internazionali, invitando a nozze gli invasori e dicendo loro: prego signori, accomodatevi, svendiamo il tutto al prezzo migliore.
Conclusa la prima fase un mese fa, è iniziata da oggi la seconda fase, quella che consegna la Telecom agli spagnoli di Telefonica, l'Alitalia ai francesi di Air France, e tre aziende strategiche del gruppo Ansaldo, cioè la "Energia" la "Sts" e la "Breda" rispettivamente al gruppo imprenditoriale coreano denominato Doosan, agli statunitensi di General Electric e il gioiello metalmeccanico ai giapponesi di Hitachi. Se ne va via anche la Ansaldo, e sono già in trattative per vendere le aziende strategiche impiegate nella costruzione di navi ai cinesi, i quali verranno a costruire le loro navi in Italia -a prezzi cinesi si intende- per poi ormeggiarle nel porto del Pireo, acquistato in toto due mesi fa. Una vera pacchia. Per loro si intende.
Quattro aziende di Finmeccanica e l'Eni sono già in trattative avviate, soprattutto con i qatarioti, a questo serviva loro impossessarsi -come hanno fatto- prima di Unicredit, poi acquistare Valentino Garavani insieme a centotrenta industrie tessili nazionali e adesso si prenderanno anche il nostro know how ingegneristico in campo petrolifero.
Allora a questo serve lo stallo!
Allora è questo il vero obiettivo dell'immobilismo politico italiano?
Fare in modo che non accada nulla, che non cambi nulla, che non migliori nulla, in modo tale che i prezzi si abbassino e si faccia lo shopping del Made in Italy. Una volta conclusa questa fase, manderanno a casa gli attuali impiegati e ci metteranno dei nuovi manager a gestire le briciole. Di italiano sarà rimasto soltanto il marchio.
Quindi il Made in Italy è finito.
Ho saputo che tre giorni fa si è chiusa la trattativa della compravendita di una importante azienda vinicola in Toscana, una di quelle che produce il marchio DOC classico del Chianti gallo nero, finita nelle mani dei cinesi. L'azienda si chiama Casa Nova. Si trova a Greve, tra Firenze e Siena. Si tratta di due gruppi di case coloniche, otto ettari di vigneti e due di oliveto acquistati da uno speculatore finanziario di Hong Kong che rappresenta gli interessi di un gruppo farmaceutico di proprietà del governo cinese. Sono venuto a scoprirlo per un caso, guardando una intervista alla televisione argentina a un loro imprenditore, Alejandro Bulgheroni (nipote di italiani) il quale aveva acquistato sei mesi fa un'altra azienda Chianti DOC, la Poggio Landi. Costui, un supermiliardario, spiegava come, grazie all'Italia, l'Argentina da undicesima è già diventata la settima nazione vinicola al mondo e si appresta -per l'appunto- a fare concorrenza al nostro paese, passato in dieci anni dal primo al terzo posto ed entro il prossimo quinquennio accreditato di un decimo posto, superati da Spagna, Cile e Colombia. Così stanno le cose. Per il momento siamo terzi, dietro Usa e Francia che resiste al primo posto avendo stravinto la secolare guerra del vino con l'Italia. La Cina ha aumentato il consumo di vino del 30% e produce adesso 17 milioni di ettolitri all'anno. Ha bisogno del vino italiano. Perchè? Una Legge dello Stato cinese stabilisce che per poter esportare vino "cinese" doc è sufficiente che all'interno delle bottiglie vi sia il 15% di uve locali. Hanno deciso allora di cominciare a prendersi il vino italiano migliore, così lo inviano in Cina attraverso il porto del Pireo e lo imbottigliano a Shangai creando un vino cinese originale (sembra che sia ottimo) ma che è composto all'85% delle uve del Chianti. Quindi, siccome per il vino ciò che conta è il sapore, la Cina si impossesserà di tutti i mercati internazionali stracciando la concorrenza con il vino italiano perchè venderà vino italiano ovvero sapore italiano vero come vino cinese, davvero diabolici. La grande azienda vinicola Oliveto, della famiglia Machetti, è stata venduta alla Solaya International di Panama, modesta società anonima di copertura dietro la quale si nasconde la Bank of China.
L'Italia perderà tutti i mercati.
Se ne sono andati anche l'Orzo Bimbo venduto ai tedeschi.
Se ne sono andati via i salumi Fiorucci. E i sughi e le conserve Star.
Anche la Parmalat, divenuta francese. E i Galli si sono presi anche la Galbani, la Locatelli, l'Invernizzi.
Per non parlare di Bulgari e del cashmere italiano di Loro Piana. La moda è ormai dei francesi.
Se ne è andato anche lo spumante Gancia e tutta la produzione piemontese degli aperitivi italiani, venduta a Roustam Tariko, un miliardario moscovita.
Dopo i biscotti e la pasta Buitoni, se ne è andato anche il riso Scotti: e qui la cosa è davvero grave. Perchè la celebre azienda di Pavia l'ha venduta a una multinazionale spagnola dell'alimentazione gestita dai colossi finanziari che intendono usare questi marchi per lanciare un sistema di alimentazione seriale industriale che impoverirà l'alimento, la sua qualità nutritiva e di italiano non avrà proprio un bel nulla. L'azienda spagnola si chiama Ebro Foods. Se l'è presa per 18 milioni di euro lo scorso luglio.
Gli spagnoli stanno usando i soldi avuti in credito dal Fondo Salvastati al loro sistema bancario per acquistare aziende italiane. Quel fondo è alimentato in larghissima misura dai soldi del contribuente italiano. In pratica, ciò che questo governo e quello precedente hanno avallato è la seguente manovra: il fondo europeo dà i soldi alle banche spagnole che acquistano aziende italiane.
In una intervista di qualche mese fa il Dr Dario Scotti, presidente e amministratore delegato della Riso Scotti spa, attaccato dai sindacati di categoria che avevano denunciato il fatto inascoltati aveva dichiarato:
"La partnership con la multinazionale alimentare iberica ha la valenza di un’alleanza industriale e commerciale per penetrare mercati internazionali, con l’obiettivo di sviluppare la produzione del sito industriale e di allargare le frontiere al risotto “made in Italy” e ai tanti prodotti derivati dal riso che produciamo e commercializzamo. La scelta è stata attenta e meditata, nel desiderio di esprimere una rinnovata e maggiore forza industriale come primo gruppo risiero europeo, in termini di sviluppo e di distribuzione di prodotti di nuova generazione. È certamente una scelta legata allo sviluppo dei nuovi prodotti: con la loro ricerca e le nostra, con il loro sistema distributivo e il nostro, con le forze messe insieme, insomma, si potranno ottenere i risultati migliori".

Balle! Grosse come una casa, è l'opinione della Coldiretti di Pavia che raggruppa i consorzi dei piccoli produttori agricoli del pavese, del piacentino e della pianura padana. Ha pubblicato un allarmante studio dal titolo "Mani spagnole sulla Riso Scotti" nel quale sostiene che la Ebro Foods intende delocalizzare la produzione spostandola in Spagna. Il che vuol dire un altro pezzo importante dell'agricoltura nazionale che se ne va. Oltre al fatto che aumenterà la disoccupazione.
Il presidente della Coldiretti di Pavia, Giuseppe Ghezzi ha dichiarato "temo fortemente che questa sia una strada che porterà alla produzione di derrate alimentari standardizzate e uniformizzati, che di italiano avranno ben poco".

Sergio Marini, presidente nazionale della Coldiretti, in un convegno di un mese fa ha lanciato un poderoso allarme rimasto inascoltato e poco comunicato. Ha detto:
"Lo scaffale del Made in Italy non c’é più nella realtà, è rimasta l'esigenza del prodotto italiano perchè c'è fame di Italia, grazie al nostro buon nome, ma è in atto una drammatica escalation nella perdita del patrimonio agroalimentare nazionale. I grandi gruppi multinazionali che fuggono dall’Italia della chimica e della meccanica, investono ora nell’agroalimentare nazionale perché, nonostante il crollo storico dei consumi interni, fa segnare il record nelle esportazioni grazie all’immagine conquistata con i primati nella sicurezza, tipicità e qualità. Ma il passaggio di proprietà ha spesso significato svuotamento finanziario delle società acquisite, delocalizzazione della produzione, chiusura di stabilimenti e perdita di occupazione. Si è iniziato con l’importare materie prime dall’estero per produrre prodotti tricolori. Poi si è passati ad acquisire direttamente marchi storici e il prossimo passo è la chiusura degli stabilimenti italiani per trasferirli all’estero. Un processo – conclude il presidente Coldiretti – di fronte al quale occorre accelerare nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che veda direttamente protagonisti gli agricoltori per garantire quel legame con il territorio che ha consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi”.
Saranno almeno nutrienti?

E' il trend attuale, sintomo e termometro di un paese sconfitto nella propria identità più profonda e antica: il cibo, i nostri sapori, i nostri odori, i nostri colori.
Basterebbe seguire in rete due siti per comprendere come si sono messe le cose Si tratta di due siti dove si vendono aziende intere, capannoni, pezzi di fabbrica, terreni prefabbricati a qualunque prezzo (andare a leggere per credere):

http://www.cinesichecomprano.com" onclick="window.open(this.href);return false; o il più affermato
http://www.vendereaicinesi.it" onclick="window.open(this.href);return false;

questi, secondo il Mago Attel e l'Innominabile, sarebbero i "chiari segnali" che la ripresa economica italiana è già partita.

E' il Parlamento al corrente di questa pratica diffusa?
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Re: Italia come Argentina

Messaggio da enjoyash » gio set 26, 2013 10:45 am

strano, non cita ducati.

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Re: Italia come Argentina

Messaggio da Tequi » gio set 26, 2013 11:03 am

Stiamo in questo stato perchè il popolo italiano si è fatto convincere (con le cazzate dello spread..) che se si andava alle elezioni si sarebbe falliti..
La verità è che la spagna ha votato 800 milioni di volte in questi ultimi anni, senza doversi sorbire governi tecnici del dolce prepuzio umano, e nonostante questo sta uscendo dalla crisi meglio e prima di noi.
"Ottenere cento vittorie su cento battaglie non è il massimo dell’abilità: vincere il nemico senza bisogno di combattere, quello è il trionfo massimo."

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Re: Italia come Argentina

Messaggio da Nytro » gio set 26, 2013 12:00 pm

tequi ha scritto:Stiamo in questo stato perchè il popolo italiano si è fatto convincere (con le cazzate dello spread..) che se si andava alle elezioni si sarebbe falliti..
Su questa cosa mi trovi completamente d'accordo... italiani boccaloni e ignoranti e politici italiani bravi e furbi a saper sfruttare questi limiti degli italiani per i loro porci comodi.
tequi ha scritto:La verità è che la spagna ha votato 800 milioni di volte in questi ultimi anni, senza doversi sorbire governi tecnici del dolce prepuzio umano, e nonostante questo sta uscendo dalla crisi meglio e prima di noi.
Tequi... questa cosa non è vera. Anzi, è completamente sbagliata. Ma dove le trovi queste notizie su topolino? Perchè devi dire queste cose FALSE? Cioè, lo sai che sono FALSE oppure ti sei solo sbagliato?

La democrazia in spagna esiste dal 1977. Più precisamente dal 15 dicembre del 1976. Oggi siamo nel 2013. Cioè in Spagna la democrazia esiste da solo 36 anni. Prima c'era il "RE", la dittatura. Hai presente Franco? Ecco, quel Franco.
In 36 anni di democrazia ci sono stati meno di 10 governi, altro che 800 milioni di elezioni.
Cioè un governo durava in media 4 anni. In Italia un governo dura di media 0.9 anni.
In spagna c'è stata una continuità di manovre e di vedute. In Italia, NO.

Ecco perchè la Spagna pur venendo dalla devastazione della dittatura è riuscita a riprendersi e sollevare la testa e forse pure a fregarci le scarpe.
Perchè l'Italia non ha mai avuto un vero governo ma solo dei governicchi di facciata.
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Re: Italia come Argentina

Messaggio da eternauta » gio set 26, 2013 4:04 pm

Hellraiser ha scritto:Uguale uguale. E' stato un modello da imitare ed è stato esportato in Grecia e ora da noi. Gli spagnoli si sono guardati bene da metterlo in atto, ma, anzi, hanno approfittato della svendita del nostro patrimonio per farne incetta.

Sono anni che lo dico e anni che mi si prende per il kulo. Ma ormai è talmente evidente che rimango esterrefatto e svuotato dall'ignoranza dell'italiano medio che continua a votare i delinquenti al governo.
Ed sono anche evidenti i ruoli dell'europa e della crisi pilotata dalla finanza: fare da regolatore delle economie da spolpare per imporre regimi economici volti all'abbassamento dei prezzi nei singoli paesi per poter favorire le multinazionali che vogliono derubare il patrimonio locale.

E noi a preoccuparci di cazzate, mentre il nostro futuro viene messo in serio dubbio.

Finiremo come l'argentina, senza nessun dubbio.
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E così, di riffa e di raffa, il Bel Paese se ne va.
O meglio, diciamo piuttosto che, con il trascorrere dei giorni, diventa sempre più chiaro come -a dispetto della apparenze- non siamo nelle mani di beceri incompetenti, di cialtroni immeritevoli, di raccomandati di lusso, incapaci di mettere in piedi uno straccio di progetto decoroso che funzioni e sia efficace.
Siamo nelle mani di una classe dirigente politica che si è macchiata e si sta macchiando del più orribile crimine che in tutte le civiltà, presso tutte le etnie, in tutte le epoche, è sempre stato considerato come l'atto più vile e tragico che si possa compiere: il tradimento della propria comunità e la svendita del territorio della propria cittadinanza allo straniero.
Perchè una cosa è il dramma delle guerre, dove l'invasore prepotente si appropria con la violenza delle armi di beni che non sono suoi.
Ben altra cosa è avere la certezza di essere capitanati da un manipolo di solerti impiegati che hanno scelto di consegnare i forzieri nazionali -riempiti grazie al lavoro di centinaia di generazioni diligenti, industriose e parsimoniose- nelle mani dei nostri più agguerriti competitors internazionali, invitando a nozze gli invasori e dicendo loro: prego signori, accomodatevi, svendiamo il tutto al prezzo migliore.
Conclusa la prima fase un mese fa, è iniziata da oggi la seconda fase, quella che consegna la Telecom agli spagnoli di Telefonica, l'Alitalia ai francesi di Air France, e tre aziende strategiche del gruppo Ansaldo, cioè la "Energia" la "Sts" e la "Breda" rispettivamente al gruppo imprenditoriale coreano denominato Doosan, agli statunitensi di General Electric e il gioiello metalmeccanico ai giapponesi di Hitachi. Se ne va via anche la Ansaldo, e sono già in trattative per vendere le aziende strategiche impiegate nella costruzione di navi ai cinesi, i quali verranno a costruire le loro navi in Italia -a prezzi cinesi si intende- per poi ormeggiarle nel porto del Pireo, acquistato in toto due mesi fa. Una vera pacchia. Per loro si intende.
Quattro aziende di Finmeccanica e l'Eni sono già in trattative avviate, soprattutto con i qatarioti, a questo serviva loro impossessarsi -come hanno fatto- prima di Unicredit, poi acquistare Valentino Garavani insieme a centotrenta industrie tessili nazionali e adesso si prenderanno anche il nostro know how ingegneristico in campo petrolifero.
Allora a questo serve lo stallo!
Allora è questo il vero obiettivo dell'immobilismo politico italiano?
Fare in modo che non accada nulla, che non cambi nulla, che non migliori nulla, in modo tale che i prezzi si abbassino e si faccia lo shopping del Made in Italy. Una volta conclusa questa fase, manderanno a casa gli attuali impiegati e ci metteranno dei nuovi manager a gestire le briciole. Di italiano sarà rimasto soltanto il marchio.
Quindi il Made in Italy è finito.
Ho saputo che tre giorni fa si è chiusa la trattativa della compravendita di una importante azienda vinicola in Toscana, una di quelle che produce il marchio DOC classico del Chianti gallo nero, finita nelle mani dei cinesi. L'azienda si chiama Casa Nova. Si trova a Greve, tra Firenze e Siena. Si tratta di due gruppi di case coloniche, otto ettari di vigneti e due di oliveto acquistati da uno speculatore finanziario di Hong Kong che rappresenta gli interessi di un gruppo farmaceutico di proprietà del governo cinese. Sono venuto a scoprirlo per un caso, guardando una intervista alla televisione argentina a un loro imprenditore, Alejandro Bulgheroni (nipote di italiani) il quale aveva acquistato sei mesi fa un'altra azienda Chianti DOC, la Poggio Landi. Costui, un supermiliardario, spiegava come, grazie all'Italia, l'Argentina da undicesima è già diventata la settima nazione vinicola al mondo e si appresta -per l'appunto- a fare concorrenza al nostro paese, passato in dieci anni dal primo al terzo posto ed entro il prossimo quinquennio accreditato di un decimo posto, superati da Spagna, Cile e Colombia. Così stanno le cose. Per il momento siamo terzi, dietro Usa e Francia che resiste al primo posto avendo stravinto la secolare guerra del vino con l'Italia. La Cina ha aumentato il consumo di vino del 30% e produce adesso 17 milioni di ettolitri all'anno. Ha bisogno del vino italiano. Perchè? Una Legge dello Stato cinese stabilisce che per poter esportare vino "cinese" doc è sufficiente che all'interno delle bottiglie vi sia il 15% di uve locali. Hanno deciso allora di cominciare a prendersi il vino italiano migliore, così lo inviano in Cina attraverso il porto del Pireo e lo imbottigliano a Shangai creando un vino cinese originale (sembra che sia ottimo) ma che è composto all'85% delle uve del Chianti. Quindi, siccome per il vino ciò che conta è il sapore, la Cina si impossesserà di tutti i mercati internazionali stracciando la concorrenza con il vino italiano perchè venderà vino italiano ovvero sapore italiano vero come vino cinese, davvero diabolici. La grande azienda vinicola Oliveto, della famiglia Machetti, è stata venduta alla Solaya International di Panama, modesta società anonima di copertura dietro la quale si nasconde la Bank of China.
L'Italia perderà tutti i mercati.
Se ne sono andati anche l'Orzo Bimbo venduto ai tedeschi.
Se ne sono andati via i salumi Fiorucci. E i sughi e le conserve Star.
Anche la Parmalat, divenuta francese. E i Galli si sono presi anche la Galbani, la Locatelli, l'Invernizzi.
Per non parlare di Bulgari e del cashmere italiano di Loro Piana. La moda è ormai dei francesi.
Se ne è andato anche lo spumante Gancia e tutta la produzione piemontese degli aperitivi italiani, venduta a Roustam Tariko, un miliardario moscovita.
Dopo i biscotti e la pasta Buitoni, se ne è andato anche il riso Scotti: e qui la cosa è davvero grave. Perchè la celebre azienda di Pavia l'ha venduta a una multinazionale spagnola dell'alimentazione gestita dai colossi finanziari che intendono usare questi marchi per lanciare un sistema di alimentazione seriale industriale che impoverirà l'alimento, la sua qualità nutritiva e di italiano non avrà proprio un bel nulla. L'azienda spagnola si chiama Ebro Foods. Se l'è presa per 18 milioni di euro lo scorso luglio.
Gli spagnoli stanno usando i soldi avuti in credito dal Fondo Salvastati al loro sistema bancario per acquistare aziende italiane. Quel fondo è alimentato in larghissima misura dai soldi del contribuente italiano. In pratica, ciò che questo governo e quello precedente hanno avallato è la seguente manovra: il fondo europeo dà i soldi alle banche spagnole che acquistano aziende italiane.
In una intervista di qualche mese fa il Dr Dario Scotti, presidente e amministratore delegato della Riso Scotti spa, attaccato dai sindacati di categoria che avevano denunciato il fatto inascoltati aveva dichiarato:
"La partnership con la multinazionale alimentare iberica ha la valenza di un’alleanza industriale e commerciale per penetrare mercati internazionali, con l’obiettivo di sviluppare la produzione del sito industriale e di allargare le frontiere al risotto “made in Italy” e ai tanti prodotti derivati dal riso che produciamo e commercializzamo. La scelta è stata attenta e meditata, nel desiderio di esprimere una rinnovata e maggiore forza industriale come primo gruppo risiero europeo, in termini di sviluppo e di distribuzione di prodotti di nuova generazione. È certamente una scelta legata allo sviluppo dei nuovi prodotti: con la loro ricerca e le nostra, con il loro sistema distributivo e il nostro, con le forze messe insieme, insomma, si potranno ottenere i risultati migliori".

Balle! Grosse come una casa, è l'opinione della Coldiretti di Pavia che raggruppa i consorzi dei piccoli produttori agricoli del pavese, del piacentino e della pianura padana. Ha pubblicato un allarmante studio dal titolo "Mani spagnole sulla Riso Scotti" nel quale sostiene che la Ebro Foods intende delocalizzare la produzione spostandola in Spagna. Il che vuol dire un altro pezzo importante dell'agricoltura nazionale che se ne va. Oltre al fatto che aumenterà la disoccupazione.
Il presidente della Coldiretti di Pavia, Giuseppe Ghezzi ha dichiarato "temo fortemente che questa sia una strada che porterà alla produzione di derrate alimentari standardizzate e uniformizzati, che di italiano avranno ben poco".

Sergio Marini, presidente nazionale della Coldiretti, in un convegno di un mese fa ha lanciato un poderoso allarme rimasto inascoltato e poco comunicato. Ha detto:
"Lo scaffale del Made in Italy non c’é più nella realtà, è rimasta l'esigenza del prodotto italiano perchè c'è fame di Italia, grazie al nostro buon nome, ma è in atto una drammatica escalation nella perdita del patrimonio agroalimentare nazionale. I grandi gruppi multinazionali che fuggono dall’Italia della chimica e della meccanica, investono ora nell’agroalimentare nazionale perché, nonostante il crollo storico dei consumi interni, fa segnare il record nelle esportazioni grazie all’immagine conquistata con i primati nella sicurezza, tipicità e qualità. Ma il passaggio di proprietà ha spesso significato svuotamento finanziario delle società acquisite, delocalizzazione della produzione, chiusura di stabilimenti e perdita di occupazione. Si è iniziato con l’importare materie prime dall’estero per produrre prodotti tricolori. Poi si è passati ad acquisire direttamente marchi storici e il prossimo passo è la chiusura degli stabilimenti italiani per trasferirli all’estero. Un processo – conclude il presidente Coldiretti – di fronte al quale occorre accelerare nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che veda direttamente protagonisti gli agricoltori per garantire quel legame con il territorio che ha consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi”.
Saranno almeno nutrienti?

E' il trend attuale, sintomo e termometro di un paese sconfitto nella propria identità più profonda e antica: il cibo, i nostri sapori, i nostri odori, i nostri colori.
Basterebbe seguire in rete due siti per comprendere come si sono messe le cose Si tratta di due siti dove si vendono aziende intere, capannoni, pezzi di fabbrica, terreni prefabbricati a qualunque prezzo (andare a leggere per credere):

http://www.cinesichecomprano.com" onclick="window.open(this.href);return false;" onclick="window.open(this.href);return false; o il più affermato
http://www.vendereaicinesi.it" onclick="window.open(this.href);return false;" onclick="window.open(this.href);return false;

questi, secondo il Mago Attel e l'Innominabile, sarebbero i "chiari segnali" che la ripresa economica italiana è già partita.

E' il Parlamento al corrente di questa pratica diffusa?
Una delle poche cose ancora possibili da fare e' far girare queste info, boicottare le grandi ditte controllate da multinazionali estere
e dirigere i consumi in modo consistente verso i piccoli produttori
e nel manufattoriero verso gli artigiani italiani...
della serie finche' posso scegliere lo faccio.

Altrimenti fra pochi anni avranno il 100% del mercato
e si metteranno facilmente d' accordo sul controllo dei prezzi
alzandolo a piacimento con buona pace dei consumatori
che se non paghi non mangi. :fuori:
"Cominciate col fare cio' che e' necessario, poi cio' che e' possibile.
E un giorno, all'improvviso vi scoprirete a fare l'impossibile."
(Francesco d'Assisi)

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Re: Italia come Argentina

Messaggio da Tequi » gio set 26, 2013 4:31 pm

Nytro ha scritto:
tequi ha scritto:Stiamo in questo stato perchè il popolo italiano si è fatto convincere (con le cazzate dello spread..) che se si andava alle elezioni si sarebbe falliti..
Su questa cosa mi trovi completamente d'accordo... italiani boccaloni e ignoranti e politici italiani bravi e furbi a saper sfruttare questi limiti degli italiani per i loro porci comodi.
tequi ha scritto:La verità è che la spagna ha votato 800 milioni di volte in questi ultimi anni, senza doversi sorbire governi tecnici del dolce prepuzio umano, e nonostante questo sta uscendo dalla crisi meglio e prima di noi.
Tequi... questa cosa non è vera. Anzi, è completamente sbagliata. Ma dove le trovi queste notizie su topolino? Perchè devi dire queste cose FALSE? Cioè, lo sai che sono FALSE oppure ti sei solo sbagliato?

La democrazia in spagna esiste dal 1977. Più precisamente dal 15 dicembre del 1976. Oggi siamo nel 2013. Cioè in Spagna la democrazia esiste da solo 36 anni. Prima c'era il "RE", la dittatura. Hai presente Franco? Ecco, quel Franco.
In 36 anni di democrazia ci sono stati meno di 10 governi, altro che 800 milioni di elezioni.
Cioè un governo durava in media 4 anni. In Italia un governo dura di media 0.9 anni.
In spagna c'è stata una continuità di manovre e di vedute. In Italia, NO.

Ecco perchè la Spagna pur venendo dalla devastazione della dittatura è riuscita a riprendersi e sollevare la testa e forse pure a fregarci le scarpe.
Perchè l'Italia non ha mai avuto un vero governo ma solo dei governicchi di facciata.
Nytro.. cambia spacciatore.. :asd:
800 milioni era per dire.. loro sono andati alle elezioni (durante questa crisi) svariate volte senza che questo facesse fallire nessuno.. invece noi ci siamo sorbiti due anni di monti che ci hanno allegramente alesato le chiappe affossandoci ancora di più..
"Ottenere cento vittorie su cento battaglie non è il massimo dell’abilità: vincere il nemico senza bisogno di combattere, quello è il trionfo massimo."

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Re: Italia come Argentina

Messaggio da Nytro » gio set 26, 2013 4:51 pm

tequi ha scritto:Nytro.. cambia spacciatore.. :asd:
800 milioni era per dire.. loro sono andati alle elezioni (durante questa crisi) svariate volte senza che questo facesse fallire nessuno.. invece noi ci siamo sorbiti due anni di monti che ci hanno allegramente alesato le chiappe affossandoci ancora di più..
Inizia tu a cambiare spacciatore, il mio porta robba buona... Fammi capire, stai scherzando o dici sul serio? Se dici sul serio però significa due cose... che o le cose non le sai e parli a vanvera oppure di diverti a trollare.
Nel primo caso vatti a documentare. In internet c'è tutto.
Per esempio guarda qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_della_Spagna" onclick="window.open(this.href);return false;" onclick="window.open(this.href);return false;

Ma è un esempio... trovi quello che vuoi eh...

Lo capisci che in Spagna un governo, le elezioni, da quando esiste la democrazia le hanno fatte in media ogni 4 anni?

In media un governo Italiano dura 4 volte in meno di un governo Spagnolo. Con la differenza che quelli Spagnoli governano, quelli italiani pensano a come allungare di qualche giorno la vita del governo.

Devi spiegarmi perchè devi dire che in Spagna hanno votato spesso... ma su quali basi? Te le inventi?
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Re: Italia come Argentina

Messaggio da Tequi » gio set 26, 2013 5:02 pm

Nytro.. mi stai prendendo per il kulo!?!? Dimmi di si ti prego.. :o

800.000.000 di volte non si è mai votato in nessuno mondo conosciuto.. figuriamoci in spagna..
Se uno ti dice "te l'ho detto un miliardo di volte" tu pensi veramente che questo abbia detto 1.000.000.000 di volte la cosa?!?!
In spagna hanno votato nel 2008 e nel 2011.. periodo in cui noi non potevamo votare perchè se no fallivamo..
Loro nonostante il foto (DUE - 2 - II Volte) se la sono cavata meglio di noi..
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Re: Italia come Argentina

Messaggio da Nytro » gio set 26, 2013 5:18 pm

tequi ha scritto:Nytro.. mi stai prendendo per il kulo!?!? Dimmi di si ti prego.. :o

800.000.000 di volte non si è mai votato in nessuno mondo conosciuto.. figuriamoci in spagna..
Se uno ti dice "te l'ho detto un miliardo di volte" tu pensi veramente che questo abbia detto 1.000.000.000 di volte la cosa?!?!
In spagna hanno votato nel 2008 e nel 2011.. periodo in cui noi non potevamo votare perchè se no fallivamo..
Loro nonostante il foto (DUE - 2 - II Volte) se la sono cavata meglio di noi..
Non mi sto appellando al numero che hai detto. Sarebbe sciocco. Non ho mai fatto riferimento alla cifra che hai detto tu, sarebbe stato sciocco. Sto dicendo che è FALSO affermare che in Spagna hanno votato tante volte.

Hai detto una cosa FALSA.

Cosa vuol dire tante volte? Vuol dire molto più del normale.
E in Spagna si è votato nella norma.

Aver fatto meno di 9 elezioni in 36 anni di democrazia significa essere nella norma.

Affermare che 9 elezioni in 36 anni sono molte volte è FALSO. Una bugia.
Disinformazione.

Tra il 2008 e il 2011 sono passati 4 anni. Ti sembra tanto votare ogni 4 anni???
tequi ha scritto:La verità è che la spagna ha votato 800 milioni di volte in questi ultimi anni
Questa frase è FALSA, FALSA, FALSA. E' una bugia.
Non per in numerino che hai scritto, quello ovvio che è una cazzata ma per il significato che ha. Se una persona ignorante legge quello che hai scritto pensa che in Spagna si è votato tante volte negli ultimi anni.
Invece è FALSO, è un BUGIA.
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Re: Italia come Argentina

Messaggio da pike » gio set 26, 2013 5:29 pm

Dare a qualcuno del drogato perchè ha una opinione avversa alla tua mi sembra decisamente poco logico.
Qualcuno lo riterrebbe pure offensivo.
Tequi ha scritto:pike è uno di quegli utenti che si diverte a fare il puntiglioso. Ce ne sono anche altri e sono tutti sulla rampa di lancio. Non abbiamo bisogno di gente che le cerca tutte per fare polemica.
Basta essere onesti e ammettere gli errori. Sport che alcune persone non praticano. Specie se hanno una sola minuscola briciola di insignificante potere.

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Re: Italia come Argentina

Messaggio da Tequi » gio set 26, 2013 5:40 pm

Il paragone siamo noi.. Rispetto a noi... Non in assoluto... Ao eppure mi pare di parlare italiano :roll:
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Re: Italia come Argentina

Messaggio da Nytro » gio set 26, 2013 5:41 pm

pike ha scritto:Dare a qualcuno del drogato perchè ha una opinione avversa alla tua mi sembra decisamente poco logico.
Qualcuno lo riterrebbe pure offensivo.
:wink: Per fortuna non sono il tipo che si offende...

Comunque qui la cosa veramente poco logica è quella di affermare che in Spagna hanno avuto tante elezioni quando in realtà è l'esatto opposto.

Non capisco perchè si vuole fare disinformazione. E' una cosa talmente elementare... mah...

Pensa, si riesce a negare l'evidenza, le cose oggettive... figuriamoci i concetti astratti o le cose soggettive... :roll:
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Re: Italia come Argentina

Messaggio da Nytro » gio set 26, 2013 5:56 pm

tequi ha scritto:Il paragone siamo noi.. Rispetto a noi... Non in assoluto... Ao eppure mi pare di parlare italiano :roll:
No, anche questa cosa è FALSA. E comunque la stai aggiungendo ora. Tu hai scritto questo:
tequi ha scritto:Stiamo in questo stato perchè il popolo italiano si è fatto convincere (con le cazzate dello spread..) che se si andava alle elezioni si sarebbe falliti..
La verità è che la spagna ha votato 800 milioni di volte in questi ultimi anni, senza doversi sorbire governi tecnici del dolce prepuzio umano, e nonostante questo sta uscendo dalla crisi meglio e prima di noi.
In ogni caso la durata di un governo spagnolo in media è di 4 volte quello Italiano. Cioè vanno a votare con una frequenza di circa 4 volte inferiore all'Italia da quando esiste la democrazia nei rispettivi paesi.

Ora ho capito quello che vuoi dire, ma ti sei espresso male. Avresti dovuto dire che in quel particolare periodo sono andati alle elezioni una volta in più e non hanno fatto ricorso a governi tecnici del cavolo...
Che comunque è una volta in più, mica tanto...
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Re: R: Italia come Argentina

Messaggio da Tequi » gio set 26, 2013 6:49 pm

Mane falsanun paoo di scroti...mhanno votato due volte alla caduta del governo noi mai... e poi conta meglio votaren nel 2008 e rivotare nel 2011 significa he il governo è stato in carica poco più di dua anni non 4 e he si è votato ogni due... 2008 elezioni 2009 2010 2011 elezioni.
Terza è ultima cosa qui sinparla della situazione italiana ho dato per scontato che si capisse che il paragone eravamo noi.
Sul discorso della droga c'era la faccina se ti sei offeso ti chiedo scusa ma non volevo insultaee nessuno è solo un modo di dire. ;)
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Re: R: Italia come Argentina

Messaggio da Tequi » gio set 26, 2013 6:51 pm

Noi mai riferito al periodo di governo tecnico...
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Re: R: Italia come Argentina

Messaggio da Tequi » gio set 26, 2013 6:54 pm

tequi ha scritto:Nytro.. mi stai prendendo per il kulo!?!? Dimmi di si ti prego.. :o

800.000.000 di volte non si è mai votato in nessuno mondo conosciuto.. figuriamoci in spagna..
Se uno ti dice "te l'ho detto un miliardo di volte" tu pensi veramente che questo abbia detto 1.000.000.000 di volte la cosa?!?!
In spagna hanno votato nel 2008 e nel 2011.. periodo in cui noi non potevamo votare perchè se no fallivamo..
Loro nonostante il foto (DUE - 2 - II Volte) se la sono cavata meglio di noi..
Quimfaccio riferimento a noi e al periodo... la prossima faccio un disegnino. Ora devo andare a correre quindi di fare la punta agli stronzi non ho tempo...
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Re: Italia come Argentina

Messaggio da enjoyash » gio set 26, 2013 6:56 pm

ahem, elezioni aprile 2008 e poi dicembre 2011, quindi son 3 anni e mezzo :pops:

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Re: Italia come Argentina

Messaggio da Tequi » gio set 26, 2013 8:33 pm

Allora.. riformulo così magari il concetto è più chiaro..
A noi italiani ci hanno fatto credere che votare sarebbe stata la fine.. altri lo hanno fatto (lasciamo perdere le volte tanto non conta un dolce prepuzio umano... era solo un modo di dire.. ) e nonostante questo e nonostante stessero peggio di noi (spagna) stanno uscendo da questa crisi prima e bene (almeno pare.. ).
Noi ci siamo dovuti sorbire il "professore" messo dal "pensionato" quando saremo potuti andare tranquillamente a votare...
La prossima volta mi porto un avvocato.. non si sa mai.. :asd:
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Re: Italia come Argentina

Messaggio da pike » gio set 26, 2013 8:45 pm

Per evitare casini si potrebbe scriver in modo semplice, preferendo usare un post in meno e riflettendo 10 secondi in più prima di schiacciare "invia". Evitando modi di dire (anche quando sembrano lapalissiani), e spendendo mezzo secondo in più nel rileggere prima di inviare. Tanto non c'è mica il premio per quanti post si scrivono, no?
Non è che il direttivo Tiranno ha inviato ad Ulisso un assegno per la quantità di roba che posta.
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Re: Italia come Argentina

Messaggio da Hellraiser » ven set 27, 2013 11:55 am

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Adesso sapete quale sarà la prossima società ad essere svenduta
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