"Sono seduto e ti guardo.
Hai, curiosamente, la forma di un sorriso. Quel sorriso triste di trucco sbavato dei clown. Non mi hanno mai fatto ridere i clown, anzi, ho sempre visto, dietro il cerone, rughe profonde e acquosi occhi disincantati.
Continuo a guardare, sapendo già, prima di ogni conferma, chi sei. I paroloni complicati dei dotti non ci incantano, vero?
Ci siamo presentati con quel sorriso stampato su un fazzoletto di carta.
"Ciao, io sono Roberto." Ti ho detto.
"Ciao, io sono il tuo cancro." Mi hai risposto.
Quello che non sapevi è che ti stavo aspettando. Quello che non sai è che hai fatto un errore, non dovevi presentarti ora, mi hai dato un vantaggio.
Ti chiedi quale possa essere? Semplice, non hai voluto attendere e crescere, sei rimasto piccolo e solo, non hai pensato a riprodurti, prima.
Perciò, ora, faccio la mia mossa.
Ti prendo a calci nel kulo."
