Che ancora vi siano ci credo eccome... Ho collaborato per anni con aziende di nobilitazione di PVC, di produzione di trasformatori, di stampaggio polietilene.Ros ha scritto:comincia a comprare roba assemblata in Italia e poi man mano che il lavoro torna ci si affina a comprare roba sempre più totalmente fatta in Italia, comunque ci sono ancora diverse fabbriche che producono in Italia, a tal proposito parlando di minuterie (che sono più facili da trovare di produzione cinese) ti posso dire che gli uniball delle mie pedane sono made in italy, oltre a quelli in italia si produce ancora molto, dalle mie parti ci sono ancora molte fabbriche di stampaggio a caldo acciai, fonderie, stampaggio materie plastiche ecc.
Dalla realizzazione degli stampi, alle lavorazioni meccaniche, alle manutenzioni.
Il problema che c'è, purtroppo, è che il prezzo in questo momento resta la via maestra di ogni cosa, senza prezzo non si vende.
Una azienda che conosco che realizza gru per mezzi oltre che vari strumenti a base oleodinamica continua ad esternalizzare la produzione di elementi come semilavorati, costantemente riducendo la precisione ed aumentando il tasso di difettosità. Ed esternalizza ad una azienda controllata in romania... Loro però sono ancora aperti, altri produttori di qualità assai migliore ma privi di "massa critica" per resistere ai concorrenti o di "grasso" finanziario per resistere alle difficoltà momentanee sono saltati per aria qualche decina di anni fa.
In italia siamo microbi. Se le aziende non diventano più grandi, come ad esempio è diventato un certo produttore di auto, non ce la fai a importi.
E alla domandaRos ha scritto:Qui stavo parlando di negozi, quindi lo stesso prodotto comprato in due negozi diversi è sempre lo stesso
Che rispondi?Pike ha scritto:Per "stranieri" intendi i proprietari, i prestanome, i soci oppure i lavoratori?
Io invece ho visto porcate fatte da italiani, da tedeschi, da cinesi, da senegalesi. Fondamentalmente lo stato di nascita di qualcuno non mi importa più di tanto. Come lavora mi importa decisamente di più.Ros ha scritto:difatti ho scritto "cerca insisti contratta" mentre x quanto riguarda il lavoro che un'italiano lo faccia meglio non ci sono dubbi
Il problema, caro ros, è che è impossibile ora come ora stabilire che cosa sia veramente "italiano" da che cosa non lo è!Ros ha scritto:x scioperare indendevo quanto scritto più sopra cioè astenersi dal comprare roba proveniente dall'estero specie da quei paesi dove sfruttando il lavoro sottopagato senza diritti, e spesso anche dei bambini producono a basso costo, per quanto riguarda il carburante già che lo hai tirato in ballo non so se lo hai saputo ma quando Monti ha aumentato le accise sulla benzina la gente ne ha comprata meno al punto che le entrate fiscali sulla benzina sono calate invece di aumentare
E' italiano un prodotto realizzato in cina da una azienda di proprietà italiana? Secondo il tuo ragionamento no, ma il profitto poi arriva in italia... Per la produzione e per la commercializzazione.
E' italiano un prodotto realizzato in romania da una azienda che ha aperto perchè ne ha chiuso una italiana?
E' italiano un prodotto realizzato in italia da una azienda di proprietà estera?
E' italiano un prodotto assemblato in italia con semilavorati e materie prime di provenienza estera? E se magari la materia prima (O il semilavorato) in italia non è disponibile in alternativa? Va bene pure quello?
A meno di essere tuttologi, padreterni o essere dotati di poteri paranormali quanto tu sostieni è impossibile da realizzare. Poi puoi tentare comunque, ed hai il mio rispetto sia per la tua idea che condivido sia per l'impegno che ci vuoi mettere.
Ma secondo la mia inutile logica è abbastanza impraticabile trovare un criterio reale che trasformi questo tuo bello slogan in qualcosa di praticabile.
Relativamente allo "sciopero del consumo", fammi citare un film: la gente è un animale ottuso pauroso e pericoloso. Non li convinci, non li convincerai mai. Nè tu nè altri. L'unica cosa che potrebbe convincerli è la televisione (prima tassa occulta) che "guarda caso" ha tutt'altro interesse, visto che di consumismo e pubblicità (grandissima ed inutile tassa occulta, a mio parere) ci vive.
Finalmente siamo a qualcosa di reale... non sai che accidenti faccio nè se lavoro in italia o no. Ma intanto hai stabilito che io non avrò più una busta paga.Ros ha scritto:Detto tutto questo io non so che lavoro fai, ma se lavori qui in Italia (come la maggior parte di noi) tieni presente che il tuo stipendio arriva dai soldi che incassano gli italiani che poi rispendono qui in italia che alla fine del giro finiscono nella tua busta paga, se i soldi che spendi tu vanno a finire in cina o in romania finiranno nella busta paga di un cinese o di un rumeno, finchè un giorno... TU NON AVRAI PIU' UNA BUSTA PAGA!!!!!
Se vuoi capire da qui in poi, spetta a te. Io non ho mai percepito una busta paga. E non ho mai percepito un sussidio di disoccupazione.
Purtroppo in questo paese di gente che vuole essere nobile o capo, di gente che lavora ce ne sta sempre meno, e sempre meno ha voglia di litigare con la burocrazia ed i problemi. Ma resta il fatto che, per forza (nessuno che li assumerebbe per uno stipendio per loro congruo) o per orgoglio (col dolce prepuzio umano che ci stanno a fare i dipendenti) restano a fare un mestiere dove sono inefficenti, a volte incapaci, in ogni caso stressati. E microbi. Microbi al punto tale che si tengono a galla con scarso margine. E che quando arrivano le vacche grasse, si macellano subito per goderne, non si investe per tenere un "tampone" a più lungo termine. L'investimento in italia è attrezzatura o mattone. Non ricerca. E il know how è la base per risparmiare tempo, non per fare profitto.
Ma al di là di questo ragionamento idiota...
Senza prodotti e servizi fatti anche all'estero, molte aziende italiane non avrebbero lavoro.
Chi importa, vende, manutiene e ripara auto non italiane.
Chi installa, ripara e migliora impianti realizzati all'estero.
Chi lavora su computer e programmi di ogni nazionalità.
Chi realizza in italia impianti su misura per una azienda non italiana come proprietà.
Tutta gente che fa fatturato e lavora, creando quelal busta paga che secondo te io non avrò più.