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Messaggio da Ulisse io » dom set 09, 2012 8:06 pm

:o
di Italo Romano
I contanti hanno le ore contate. Già, perché dal primo luglio del 2013, per gli importi superiori a 50 euro potrebbe diventare obbligatorio il pagamento con il bancomat.
E’ una misura a cui sta lavorando il governo Monti da inserire nel decreto Sviluppo due a cui sta lavorando l’esecutivo. Lo scopo del provvedimento sarebbe quello di semplificare la vita della gente e tenere sotto controllo l’illegalità, anche perché con la moneta elettronica si pagheranno pure le prestazioni professionali, occasione principe di evasione fiscale.
“Spingeremo per una diffusione sempre più ampia della moneta elettronica perchè poche cose contrastano illegalità ed evasione, però naturalmente questa diffusione dev’essere tollerabile in termini di costi e gestita in maniera saggia in termini di tempistica“, ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera rispondendo in commissione Finanze della Camera a una domanda sul tema.
Il pagamento obbligatorio col bancomat per spese superiori a 50 euro è la misura principale di un pacchetto che prevede anche l’introduzione della ricetta medica elettronica, della tessera unica per dati d’identità e sanitari e l’intensificazione della banda larga.
Pecunia non olet, il denaro non ha odore, dicevano i romani. E’ una classica locuzione latina, che riesce a riassumere perfettamente i concetti più astrusi. Secondo Svetonio, questa frase fu pronunciata da Vespasiano a cui il figlio Tito avrebbe rimproverato di avere messo una tassa sull’urina raccolta nelle latrine gestite dai privati. Tito, in segno di protesta, avrebbe tirato alcune monete in uno dei bagni. Il padre le avrebbe raccolte e, avvicinatele al naso, avrebbe pronunciato le fatidiche parole.
Insomma, per i romani il denaro era sempre il denaro, e diciamolo sinceramente, è così anche per noi. Invero, l’antico detto non vale più, o almeno vale in parte. I molti non lo sanno, ma in Italia è in corso un violento quanto silenzioso attacco al denaro contante a colpi di norme. Difatti, l’oligarchia tecnica al potere, denominata “Governo Monti”, ha decretato ufficialmente guerra al denaro contante. Con la scusa dell’evasione fiscale si aprono le porte alla moneta elettronica.

Il governo Monti non è nuovo a questo tipo di proposte. Anzi, dallo scorso Febbraio, grazie ad una nuova legge varata dai tecnici illuminati, sono illegali i pagamenti in contante (e gli assegni liberi) sopra i 1.000 euro.
Insomma una imposizione per gradi. Fino all’obiettivo finale di convertirci definitivamente alla moneta elettronica.

Tutti i governi precedenti, da Prodi a Berlusconi, burattini del vero potere, hanno dato il loro contributo nella lotta liquido. In un brevissimo lasso di tempo la soglia dei pagamenti cash è scesa rapidamente da 12.500 euro agli attuali 1.000 euro, ultimo diktat dalla “bancocrazia Monti”.
E’ utile e necessario ricordare che il Governo in carica non è stato legittimamente eletto dal popolo, ma imposto dai poteri finanziari internazionali, per traghettare l’Italia nel prossimo futuro regime tecnocratico europea. A questo proposito, vi invito a leggere uno sfacciato e nauseabondo articolo di Curzio Maltese, uscito il 13 Aprile 2012 su Repubblica: “L’Italia laboratorio della tecnocrazia che guiderà l’Europa”.
La schiettezza con cui si incita alla “classe tecnocratica” come guida illuminata di un super stato europeo è spudorata. Risalta ancor più su un giornale come Repubblica, che si è sempre vantanto attraverso i suoi maggiori esponenti di essere in prima linea, a difesa del libero pensiero, contro l’autoritarismo del precedente governo Berlusconi. Ora abbiamo capito, almeno spero, che sia solo un fatto di padroni.
La strada è tracciata. Ora i cani di regime guideranno il gregge verso la dittatura europeista.
Da anni, io e prima di me tantissimi altri studiosi, docenti, giornalisti e blogger vanno dicendo che uno dei punti cardini della prossima dittatura mondiale sarà la moneta elettronica. Tali tesi sono state spesso etichettate come “complottiste”, quindi derise, ma oggi sembrano divenire realtà con una velocità e una facilità disarmante.
Ancora in molti si chiedono quali sarebbero i vantaggi che questa fantomatica dittatura orwelliana avrebbe nell’imporre una moneta elettronica. Presto detto.
A) Il costo del denaro. E’ bene rammentare che stampare e gestire il denaro ha un costo per le banche. Solo per l’Italia si parla di cifre attorno ai 10 miliardi di euro l’anno. In Europa sono in circolazione oltre 14 miliardi e 418 milioni di banconote per un valore di 857 miliardi di euro. Eliminato il denaro cartaceo le banche eliminerebbero anche il valore intrinseco delle banconote, ovvero il costo di produzione.
B) Il diritto di signoraggio. Come ovvio gli introiti derivati dal signoraggio bancario saranno ancora più cospicui e rimarranno nelle tasche dei grandi usurai che controlleranno molto più facilmente il flusso monetario.
C) Il controllo della massa. La vita dei consumatori sarà registrata in appositi database. Con il denaro elettronico sarà possibile spiare ogni acquisto, capire i gusti delle persone, seguire i movimenti sul territorio, studiare le preferenze, tutto il loro agire, semplicemente grazie alla tracciabilità dei pagamenti. Questi dati saranno oro colato per le società dedite alle ricerche di marketing, che potranno scegliere l’apposita strategia da adottare per ogni singolo consumatore.
D) Il controllo dell’individuo. Semplicemente premendo un bottone potranno bloccare le nostre fonti di sostentamento (la carte di credito), per qualsiasi motivo da loro ritenuto valido, impedendoci di acquistare i beni di prima necessità
Vi sembra poco? Credete non sia uno straordinario sistema di controllo? Siete disposti a sacrificare una parte consistente della vostra libertà per risolvere un falso problema creato ad arte? Procediamo per gradi.
Secondo una ricerca del KRLS Network of Business Ethics, effettuata per conto di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, la maggior parte dell’evasione fiscale non riguarda le piccole-medie imprese, che hanno un giro di affari modesto (8,2 miliardi di euro l’anno), bensì le grandi corporation. Parlo della grandi società per azioni, che attraverso transazioni segrete o fondi speculativi nei paradisi fiscali, nascondono al fisco la bellezza di 60,4 miliardi di euro l’anno (22,4 le Spa e Srl e 38 le Big Company).
Insomma, aziende già abituate a trattare con denaro virtuale. Mentre programmi di regime come Report lasciano passare un messaggio pericoloso, ovvero che gli evasori fiscali potrebbero essere i tuoi vicini di casa, l’idraulico, il tassista, il fruttivendolo etc.. “Divide et impera”, si da il via a una guerra tra poveri, dove tutti sono controllati e tutti sono controllori. Ricorda tremendamente la trama della distopia orwelliana “1984”.
Il governo dei banchieri tira gli interessi della banche da cui sono lautamente stipendiati. La moneta elettronica è lo strumento definitivo per il controllo di massa.
Se un domani perderete il vostro lavoro, non potrete rifinanziare il vostro conto in banca (o la carta di credito) e di conseguenza non potrete più acquistare il necessario, poichè anche il piccolo spaccio alimentare sotto casa sarà obbligato ad accettare solo pagamenti elettronici. Non ci saranno alternative, l’unica via sarà richiedere un prestito in banca, ipotecando beni reali, per chi avrà la fortuna di possederne ancora.
Spaventoso! Nessuno si indigna, nessuno protesta e nessuno grida al regime. Dove sono finiti gli alfieri della libertà? Sparito il fantoccio berlusconiano si sono dileguati come neve al sole.
Stanno per far sparire definitivamente il denaro contante, un domani chissà, per non essere considerati “evasori”, e non essere esposti alla gogna mediatica, dovremmo accettare di farci impiantare un microchip sottocutaneo per effettuare qualsiasi pagamento. Fantasie deliranti? Ripeto, fino a pochi anni fa lo erano anche le teorie che profetizzavano la scomparsa del denaro cartaceo, e invece…
In un ipotetico domani, chi non avrà il microchip sarà considerato automaticamente un “evasore”. Se questa non è dittatura, spiegatemi voi cos’è!
La moneta elettronica, che adesso spacciano come soluzione all’evasione fiscale, sarà l’ennessima vittoria dell’oligarchia bancaria sui cittadini, l’ennesimo passo verso un nuovo ordine mondiale, l’ultimo verso l’abisso.
Ma andiamo alla fonte. Immaginiamo un rubinetto che rovescia acqua in una vasca, questa dopo poco traboccherà dalla stessa. Come fare per impedirlo? Prendiamo un secchio e svuotiamo l’acqua che riusciamo a prendere nel lavandino, oppure chiudiamo semplicemente il rubinetto? Questo piccolo esempio dimostra che l’unica risoluzione reale di un problema si attua alla fonte.
Oggi noi viviamo schiacciati da un debito illegale. A causa di ciò, la pressione fiscale ha raggiunto vette per la maggior parte insormontabili. I veri padroni del mondo sono coloro i quali gestiscono la moneta, ovvero le banche. Gli Stati nazionali hanno ceduto la sovranità monetaria e si indebitano quotidianamente per poter mandare avanti la baracca. L’attuale sistema di tassazione è illegale perché perpetra e sorregge un sistema fraudolento e dittatoriale. Lo scopo ultimo è il servaggio sociale totale. L’obiettivo è creare un popolo ricattabile e soggiogabile, schiavo e fiero di esserlo, in perenne adorazione, completamente dipendente.
E’ chiaro che la macchina della propaganda non farà cenno alla vera truffa. Lautamente ricompensati, essi dispensano “panem et circenses”, plagiando le già poveri e banali menti del popolo italiota. Il loro mestiere è mentire, e lo fanno spudoratamente.
Le soluzioni per uscire da questa crisi sistemica indotta ci sono. Ma se aspettiamo che gli stessi creatori della crisi, o i loro valletti, ci diano la soluzione ad essa, sbagliamo di grosso. Le crisi economiche sono golpe sociali preparati a tavolino, atti a schiavizzare le masse, per imporre il dominio totalitario.
La nostra economia è ferma non per assenza di opportunità o pigrizia, ne tanto meno a causa dell’evasione fiscale, ma per mancanza di denaro. Mancando questo vengono meno i beni e i servizi necessari per i cittadini, lo stato sociale viene smantellato, le aziende falliscono o vengono vendute. Il futuro di intere generazioni, che cresceranno all’ombra dell’incertezza, sarà sotto il giogo asfissiante della dittatura del nuovo ordine mondiale.
L’imposizione mondialista diventa ogni giorno più sfacciata e dichiarata, ci vogliono abituare lentamente che tutto quello che sta accadendo sia la normalità, inarrestabile e fatale.
Non facciamoci abbindolare dai falsi portatori di verità. Informiamoci in altro modo, è l’unica strada.
Link:
http://www.oltrelacoltre.com/?p=12268
http://www.oltrelacoltre.com/?p=11695
http://www.vocidallastrada.com/2012/04/ ... oneta.html
http://digilander.libero.it/Terra_Nostr ... ronica.pdf
http://affaritaliani.libero.it/economia ... 92012.html
Tratto da: informarexresistere.fr
:checcevoifa:
Ultima modifica di Ulisse io il dom set 09, 2012 8:11 pm, modificato 1 volta in totale.
Uliss Immagineio - La legge in Italia e' come l'onore delle p u t t a n e; Immagine 152. -

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Re: e cambieranno ancora

Messaggio da Ulisse io » dom set 09, 2012 8:10 pm

:o
L’Europa sta diventando il nuovo Terzo Mondo: 116 milioni di poveri
06
set
2012
2
Non spendo troppe parole per dire una verità che ormai più o meno tutti conoscono: le economie emergenti, selvagge e prive di norme di protezione per donne, bambini e lavoratori in genere, ci stanno surclassando con le loro produzioni superconcorrenziali: produrre una spilla in Cina costa il 10% che produrla in Italia; produrre un paio di scarpe in Brasile, costa il 10% che produrle in Italia.

Voglio però spendere qualche parola sulle strategie e le conseguenze delle politiche europee, tutte concentrate a salvare il kulo agli speculatori finanziari, attraverso la mungitura fiscale di chi ha ormai appena il reddito sufficiente per vivere.



Per quanto riguarda le strategie, ottimo è il fondo scritto su SardegnaLand Blog, sulla vicenda Alcoa. Scrive l’autore:

A tal proposito è sintomatico del nostro decadimento economico la notizia che all’acquisto della Vinyls di Porto Torres siano interessati i brasiliani. Domanda: ma quando mai i brasiliani hanno fatto shopping industriale in Europa? Beh, la risposta è semplice: da quando produrre in Europa è diventata attività folle per via dei costi e del fisco. E allora altra domanda: se così fosse, perché acquistano? Perché l’Europa ha il know how e lo Stato finanzia con soldi pubblici il salvataggio delle aziende fallite. Dunque, i brasiliani (ma anche i cinesi e gli arabi), acquistano perché per loro è un investimento con la garanzia del rimborso e dell’acquisizione di conoscenze tecnologiche e produttive che poi possono impiegare nei loro paesi. Cosicché, una volta ottenuto quello che vogliono, chiudono in Europa, con tanti saluti ai polli che gli hanno regalato conoscenze, tecnologia e lavoro.

Perfetto! Questo brano riassume realisticamente la strategia dei paesi delle economie emergenti. Usufruire della nostra esperienza e della nostra tecnologia, approfittando del vecchiume politico in odor di muffa che ormai avvolge e stritola la nostra economia. L’Europa è un paese economicamente vecchio. E i giovani rampanti si stanno facendo avanti.

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La conseguenza? Stiamo lentamente diventando un paese economicamente colonizzato, da Terzo Mondo. Siamo il nuovo Terzo Mondo. Ci sono tutti i sintomi: burocratizzazione eccessiva, spreco di denaro pubblico, fisco elevatissimo, classi sociali superprivilegiate, un divario sempre più enorme tra i supericchi e i poveri.

Soprattutto è la categoria di questi ultimi che si sta allargando sempre più. Dati alla mano – secondo quanto riporta l’agenzia Asca – dal 2008 a giugno 2012 il tasso di disoccupazione in Europa è passato dal 7% al 10,4%. La crisi ha prodotto in tutta Europa circa 25 milioni di disoccupati, 18 milioni dei quali nell’Eurozona. Il lavoro è diventato più precario. Circa il 94% dei posti di lavoro creati nel 2011 è infatti part-time, senza distinzione di età. Inoltre, quattro giovani lavoratori su dieci (il 42,5%) ha contratti a tempo determinato. Preoccupa poi un altro dato: nel 2011 il numero delle persone a rischio povertà in Europa è arrivato a 116 milioni.

Capito? 116 milioni di europei sono a rischio povertà. Un’enormità se pensiamo che in Europa siamo all’incirca 730 milioni. Praticamente rischia la povertà il 15% della popolazione europea. I dati poi sono più allarmanti se ci si occupa del lavoro femminile: tre donne su dieci hanno un impiego part-time, mentre tra gli uomini solo uno su dieci ha questo tipo di lavoro.

Parlare di dramma, pare essere ormai un eufemismo. Se poi guardiamo ai dati italiani, credo che si possa tranquillamente parlare di un incubo senza fine, alimentato peraltro dalle costanti prese per il sedere di questo governo, che finora ha fatto di tutto per demolire quel che resta del nostro ormai asfittico tessuto economico.

Soluzioni? O morire o emigrare da qualche altra parte (fosse possibile, persino su Marte o sulla Luna). L’Europa non è un paese per esseri umani, ma per bestie da soma e da macello.

di Martino

fonte: iljester.it
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