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Questa è l'italia, paese di m....

Inviato: gio gen 10, 2013 11:47 pm
da corrado.g1983
L' Italia un paese di m...., devo i politici pensano solo a riempirsi come tanti maiali, e non pensano ai veri probremi del nostro paese. Ecco a voi una delle tante piaghe della nostro bel paese del c....
https://www.youtube.com/watch?v=A535K-I ... ata_player" onclick="window.open(this.href);return false;
Ragazzi facciamoli girare questi video è l'ora di aprire gli occhi.

Re: Questa è l'italia, paese di m....

Inviato: ven gen 11, 2013 12:16 pm
da il goll
e poi senti che devono liberare gente come Tanzi perchè incompatibile con il carcere...certo che in quell'ottica chiunque farebbe a meno del carcere.....devo ancora trovare l'imputato contento di farsi del carcere ....certo fino ad oggi ...perche un pasto e un letto caldo in una cella dove stanno bene potrebbe far gola a qualche poveraccio caduto in disgrazia sempre grazie ai prodigi del nostro governo.

Re: Questa è l'italia, paese di m....

Inviato: dom gen 27, 2013 10:11 am
da dart04
tutte le piaghe portano a questa, la piu grande e sporca:

http://www.ariannaeditrice.it/articolo. ... colo=15888" onclick="window.open(this.href);return false; di Marco Della Luna del 27/12/2012

Può suonare paradossale, ma è una seria e certa realtà giuridica: lo Stato italiano non è la Repubblica italiana voluta dalla Costituzione del 1948. È in radicale antitesi e contrapposizione con la Costituzione e con i fondamenti della medesima. Forse più di quanto lo sarebbe un ordinamento di tipo fascista. Perché in Italia siamo alla proprietà privata dello Stato e dei poteri politici.

L’articolo 1 della Costituzione afferma «L’Italia è una repubblica democratica.La sovranità appartiene al popolo». Al contrario, nello Stato italiano lasovranità economica, la sovranità monetaria, appartiene interamente ai privati. Ai finanzieri privati proprietari di Banca d’Italia. Sì, la Banca d’Italianon è degli Italiani, non è dello Stato: è di finanzieri privati.
La sovranità economica sull’Italia appartiene anche alla Banca Centrale Europea, che, in base al Trattato di Maastricht, è un’istituzione autocratica sopranazionale, esente da ogni controllo democratico e persino giudiziario, gestita da un direttorio nominato dal sistema delle banche private. I suoi direttori sono esonerati da ogni responsabilità e decidono nel segreto. Una vera e propria potenza straniera, alla quale i paesi dell’Eurozona sono sottomessi..
Chi ha il controllo della moneta e del credito, ha il controllo della politica, e incassa il signoraggio sulla produzione della moneta e del credito – per l’Italia, si tratta di circa 800 miliardi di Euro l’anno. Chi ha il potere di fissare il tasso di interesse, di dare e togliere liquidità al mercato, ha perciò stesso il potere di dare e togliere forza all’economia, di far saltare i bilanci delle aziende private e degli Stati. Di costringere questi ultimi ad aumentare le tasse. Di ricattare parlamenti, governi, società. Come sta avvenendo. Come è sempre avvenuto, ad esempio, in America Latina. Bene: questo potere è in mano a privati, che lo esercitano in totale esenzione da ogni responsabilità e sorveglianza. Dicono che ciò sia bene, perché lo esercitano meglio dei politici, che sono corrotti e demagogici. Sì, meglio – ma per se stessi, non per la gente. Non per quelli che non riescono più a pagare il mutuo, e che perdono la casa, mandata all’asta dai banchieri, che la ricomprano attraverso loro società-schermo. Non per le imprese che chiudono o falliscono. Non per i contribuenti, non per i risparmiatori regolarmente truffati ad opera di banchieri privati (che poi forse ritroviamo azionisti di Banca d’Italia, da Parmalat a Enron a Cirio a Halliburton ai credit derivatives).
Veniamo alla Banca d’Italia. Fino al 12 Dicembre 2006, essa era un ente di diritti pubblico con uno statuto emanato per legge dello Stato, e questo statuto, al suo articolo 3, stabiliva che la proprietà della Banca d’Italia doveva essere per la maggioranza in mano pubblica aveva la struttura legale di una società di capitali privati, di una s.p.a., ma una norma – l’art. 3 – stabiliva che la maggioranza del capitale dovesse essere in mano pubblica e che nessuna cessione di quote potesse avvenire, se non a soggetti pubblici. In realtà, questa norma era sempre stata violata: la grande maggioranza delle quote della Banca d’Italia era in mano ai finanzieri privati (banchieri e assicuratori), e quando Prodi eseguì le privatizzazioni delle tre banche di Stato (BNL, CREDIT e Banca Commerciale) proprietarie di quote di Banca d’Italia, non trattenne quelle quote allo Stato, ma le cedette ai privati. Operazione contraria all’articolo 3, o perlomeno elusiva, a cui nessuno di oppose, a suo tempo. Berlusconi, verso la fine della scorsa legislatura, sollevò la questione della proprietà della Banca d’Italia, che doveva essere pubblica, e propose un piano per renderla tale. Ma il mondo bancario, e per esso Mario Draghi, nuovo governatore di Banca d’Italia, pose un secco veto: la Banca d’Italia deve restare privata. Un altro esponente del mondo e degli interessi bancari, Romano Prodi della Banca Goldman Sachs, andato al governo assieme al suo collega della Banca Centrale Europea, Tommaso Padoa Schioppa, si mise subito all’opera: se la legge è violata perché la proprietà della Banca d’Italia è al 95% privata anziché in maggioranza pubblica, non bisogna – sarebbe un sacrilegio – mettere la proprietà in regola con la legge, bensì, al contrario, mettere la legge in regola con la proprietà. Così si è fatto col decreto del 12 dicembre 2006, firmato da Napolitano, Prodi, Padoa Schioppa. Già! Prodi e Padoa Schioppa è ovvio che lo firmino – sono fiduciari dei banchieri. Ma che lo firmi Napolitano, un vecchio comunista, uno che era comunista nel 1948, quando essere comunisti significava essere stalinisti, intransigenti fautori della proprietà collettiva dei mezzi di produzione – che lo firmi Napolitano, è davvero il colmo! Dov’è il suo comunismo? Dov’è la difesa della Costituzione, per la quale doveva dare, se necessario, la vita? Dov’è la difesa del supremo principio della sovranità popolare? E del lavoro come fondamento della Repubblica, del lavoro che invece viene sacrificato all’usura? Napolitano doveva semplicemente rifiutarsi di firmare per far salvi principi essenziali della Costituzione che giurò di difendere.
In realtà, chi conosce i “comunisti” (non la base ingenua e idealista, ma icapi freddi e lucidi – non i Rubashov, cioè, ma i Gletkin del romanzo di Arthur Köstler, Buio a Mezzogiorno), sa che essi non sono comunisti, non gli importa nulla di socialità etc. – i capi “comunisti”, da Stalin in poi, hanno come scopola conquista e la gestione del potere fini a se stesse. Non hanno un’identità ideologica: per questo fine, essi si servono di tutto, di ogni idea, di ogni uomo, dello Stato, dei principi, come di un puro mezzo, strumenti sostituibili. Sono tecnici della manipolazione sociale. Tutto il resto, per loro, è puerile romanticismo. Va bene per il popolino. Paris vaut bien une messe.
E i partiti della sinistra? Ebbene, si è visto anche nella vicenda Consorte: i partiti della sinistra seguono i finanzieri e si occupano di allineare la società agli interessi dei banchieri.


documenti da leggere studiare e diffondere:

Euroschiavi: http://www71.zippyshare.com/v/87783500/file.html" onclick="window.open(this.href);return false;

Cimiteuro: http://www27.zippyshare.com/v/6744549/file.html" onclick="window.open(this.href);return false;

Re: Questa è l'italia, paese di m....

Inviato: dom gen 27, 2013 11:04 am
da kindmoon
Non sembra vero... nè possibile tutto questo. Sono inorridita.

Re: Questa è l'italia, paese di m....

Inviato: dom gen 27, 2013 2:06 pm
da eternauta
VERGOGNA :evil:
i responsabili di tutto questo vanno puniti
sempre se la giustizia esiste ancora (non solo a parole) in italia
paese di scaricabarili e menefreghisti, dove regna il farwest

Re: R: Questa è l'italia, paese di m....

Inviato: lun gen 28, 2013 8:04 am
da killeradicator
Va anche detta una cosa: non esiste NESSUN paese civilizzato in cui le cose non funzionino in questo modo.

Forse sarebbe il caso di chiedersi il perché.

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