Ho letto qualcosa sui giornali e in Internet, e ho capito questo :
In sostanza i tassisti sono contrari alla liberalizzazione perché per un tassista “entrante” non sarebbe più necessario dover “comprare” la loro licenza e quindi un tassista che decide di smettere e di andare in pensione perderebbe quella che da alcuni di loro è stata definita come la “liquidazione”.Ottenere una licenza Taxi non è la cosa più semplice del mondo, è bene saperlo prima di decidere di intraprendere questa strada.
Ovviamente il primo requisito fondamentale per iniziare la carriera da taxista è quello di possedere la patente di guida B, che poi deve essere estesa con un certificato di abilitazione professionale.
Per ottenere il certificato si deve frequentare un corso della durata di due mesi presso una scuola guida al prezzo di circa 400 euro, terminato il quale viene data l’abilitazione alla patente K: KB per auto e KE per bus.
A questo punto bisogna iscriversi al ruolo conducenti, ossia un vero e proprio albo professionale provinciale che si trova alla Camera di Commercio, al quale si accede tramite un esame scritto e orale. L’esame comprende diverse materie di studio, come pronto soccorso, regolamenti comunali, norme di settore, toponomastica, turismo e cultura generale.
Il passo più difficile è ottenere la licenza, dal momento che il loro numero è stabilito in misura fissa da ogni singolo comune. Dato che le licenze sono poche, chi ce l’ha la tiene fino alla pensione, e poi in molti casi la vende a prezzi molto elevati.
Comprensibile e condivisibile.
Mi metto però nei panni di un poveraccio che è rimasto senza lavoro, che non ha capacità di artigiano e quindi per non morire di fame decide di fare il tassista.
Per questa categoria la liberalizzazione potrebbe essere una possibilità per poter campare.