
Alberto Granada, tanti sanno di chi sto parlando, e' o meglio era l'amico fraterno, dottore e compagno di viaggio di Ernesto Guevara.
Insieme hanno attraversato quasi tutto il continente latino, insiem hanno fatto tanto, insieme!
Su una Northon del 39, su strade che noi provabilmente faremmo solo su un BMW1200GS, hanno fatto un viaggio, hanno fatto il loro viaggio.
Tralasciando le tematiche politiche, tralasciando i significati che noi gli atribuiamo, rimane il ricordo di un viaggio epocale, e di due ragazzi fuori dal comune."Prima volevamo conoscere il mondo, poi volevamo cambiarlo” ha scritto Granado. Ernesto divenne il Che, il più celebre rivoluzionario del ventesimo secolo, ucciso in Bolivia nel ’67; Alberto lo seguì a Cuba nei primi anni Sessanta, mise su famiglia e fondò la scuola medica di Santiago.
Ora l’esperienza di Cuba è fallita e il comunismo è morto e sepolto. Ma la forza di un uomo è nei suoi ideali. A Cuba c’era la dittatura di Batista pagato dagli Americani, che avevano sull’isola i loro casinò e i loro bordelli. Cuba era miserrima, e Alberto ed Ernesto la trasformarono nel Paese latino-americano all’avanguardia per sanità, scuola, servizi. Protagonisti della loro epoca, comunque la si pensi.
Alberto Granada:Il piano: percorrere 8000 km in 4 mesi. Metodo: l'improvvisazione. Obiettivo: esplorare il continente latino-americano fino ad ora conosciuto solo attraverso i libri. Veicolo: la poderosa; una Norton 500 del 39 che cade a pezzi. Pilota: Alberto Granado; il mio Alberto, Mial, amico di generosa corporatura, 29 anni, biochimico, autoproclamatosi "scienziato errante". Sogno del pilota: concludere il viaggio il giorno del suo 30o compleanno. Co-pilota: il sottoscritto. Ernesto Guevara De La Serna, el fuser. 23 anni, laureando in medicina, studi sulla lebbra, patito di rugby e occasionalmente asmatico. L'itinerario: prima verso Sud, da Buenos Aires alla Patagonia, e poi il Cile. Quindi a Nord, lungo le Ande, la colonna vertebrale del continente, fino a Macchu Picchu, e da lì al Lebbrosario di San Pablo. Destinazione finale: la penisola di Guaira, in Venezuela. Cose che ci accomunano: inquietudine, grandi ideali, e un insaziabile amore per i viaggi.
Prima volevamo conoscere il mondo, poi volevamo cambiarlo