Il buon DennyLaPeste passa a prendermi verso le 7.30, carichiamo armi e bagagli e ci dirigiamo verso Castelletto. Siamo un po' in ritardo, ma potremmo farcela ad arrivare verso le 9-9,30. Peccato che il traffico e i lavori in corso (uscita chiusa) non siano d'accordo.
Arriviamo in pista alle 10, 10.30 siamo pronti, ma dobbiamo aspettare che finisca il turno delle... MACCHINE DA DRIFT!!!

Entriamo e, dato che è la mia prima uscita con l'R6, vado a passo di lumaca, cercando di capire bene il mezzo. Che però, come una bella putt@na navigata, si fa capire subito: il gas rapido è sin TROPPO rapido e bisogna stare molto attenti. Per fortuna, pur essendo violento, è anche molto sensibile e dopo qualche curva ci si fa bene la mano e, anzi, se ne apprezza la precisione.
L'acceleratore elettronico, che credevo fosse una cagata pazzesca come la corazzata potiomkin, mi sorprende in vari sensi. Il primo è che fa un po' strano cambiare con il gas aperto a paletta. Ma ci si abitua presto e anzi, ma ci si esalta alla grande quando si capisce che il tempo di cambiata è davvero di una frazione di secondo. La tradizionale tecnica di chiudere il gas e cambiare porta via sicuramente almeno il doppio del tempo. Quindi la perdita di giri con l'elettronico è davvero minima. E lo capisci quando metti anche la quarta e arrivi a 200 all'ora alla staccata in fondo al rettilineo, che devi anticipare a un po' prima del segnale dei 75 metri (anche se, pian piano, l'ho accorciata).
I semimanubri sono in una posizione perfetta, così come le leve. Il motore spinge da paura e la PC e relativo modulo d'anticipo lavorano alla stragrande. Insomma, la moto è davvero fantastica. Però... c'è un grosso però, purtroppo: la ciclistica. Sin da subito, anche senza spingere particolarmente, mi trovo il posteriore che, ad ogni inserimento in piega, in particolare nei cambi di direzione, si alleggerisce e sbandiera. La moto è dura, nervosa, fa le bizze ne scendere al massimo angolo di piega e il contatto del ginocchio con l'asfalto si trova davvero a fatica. Questo anche perché, a mio avviso, le pedane sono troppo alte e soprattutto arretrate per me, che non ho una grande apertura di ginocchio.
Anche l'anteriore non mi da molta fiducia: ha dei piccolissimi cedimenti ogni tanto e non mi fido a buttare troppo giù la moto. Inoltre, la moto ha un fastidioso sottosterzo che mi costringe a parzializzare un po' troppo e mi porta ad allargare la traiettoria in uscita. Me ne rendo conto soprattutto nell'ovale, dove non riesco a chiudere bene la curva es esco pericolosamente vicino al bordo esterno, che non ha cordolo e presenta, quindi, subito una striscia di terra

Le gomme (racetek k2) sono abbastanza oneste, ma, sinceramente, le Supercorsa sc1 slick, sono una spanna sopra. Tra slick e intagliate non c'è storia, secondo me. O meglio, tra QUELLE slick e QUESTE intagliate. Che hanno comunque già un anno di vita (ma solo 5 giri di pista).
Penso che magari l'anteriore scivola perché nei tornantini di castelletto la velocità è troppo bassa per fare aderire bene la gomma, e, dato che sto andando comunque piano, decido di perstare un po' ed entrare in curva più cattivo. Dopo questa brillante idea, al tornante a dx dopo l'entrata della pista, stacco abbastanza forte e mi butto dentro, freni progressivamente mollati ancora in piega. Quando il freno è completamente rilasciato e il gas parzializzato percorro la curva e... BAM!!! Mi ritrovo per terra senza nemmeno sapere che c@zz0 sia successo!
La moto non si riaccende (batteria), quindi esco ancora incredulo. Che cos'è successo? Ancora adesso non lo so, ma dopo aver vagliato tutte le ipotesi possibili, quelle rimaste sono 3:
1) Le pressioni erano sbagliate perché
1a) Il manometro di castelletto è una merd@.
1b) La giornata era torrida, la più calda fino ad oggi, e le pressioni andavano abbassate di 1-2 tacche.
2) La pista era sporca
3) Avevo piegato troppo e, complice l'anteriore starato, la sospensione non ha tenuto.
Qualsiasi cosa fosse, mi sono messo a guardare i danni: leva freno piegata, scarico grattugiato e leggermente aperto nella giunzione con il cono di raccodo con il collettore (da dove sfiatava), terminale della leva, carena e carter di non so cosa più nottolino grattugiato. Per fortuna ho le leve non solo pieghevoli, ma che hanno la parte terminale che può essere sostituita. Quindi danni davvero pochissimi.
Decido quindi di rientrare nel turno successivo, facendo partire la moto a spinta, per controllare che fosse tutto a posto. E in effetti la moto si comporta come prima, quindi niente di strano.
Questo era l'ultimo turno e decido di uscire e andare dal meccanico di castelletto per chiedere consigli sulla ciclistica. Gentilissimo, mi dice di portargliela dopo pranzo che le avrebbe dato un occhio.
Parlando con alcune persone, hanno tutti lamentato dei problemi di tenuta del posteriore. Anche Malefico, incontrato verso fine giornata, mi aveva raccontato di un high-side finito, per fortuna, bene. Ma io, in realtà, avevo il problema opposto: posteriore ballerino, ma fermo, anteriore scivoloso.
Quando porto la moto al mecca gli racconto le mie impressioni e lui mi dice subito che la moto è troppo alta. Poi fa un po di prove: alza e comprime più volte mono e forcelle, per poi sparine in officina e uscire coi ferri. Guardando la molla del mono mi dice che è troppo rigida (k105) e che dovrei prenderne una k95. Essendo così rigida qualsiasi modifica al precarico e alla compressione sarebbe risultato in una reazione troppo violenta e nella moto che non avrebbe copiato bene l'asfalto. Così decide di smollare tutto il precarico e mettere il freno in compressione al minimo (credo, perché l'ha smollato un bel po') e di accorciare l'interasse di 10 tacche, dicendomi di provarla così e poi tornare per vedere di sistemare il resto.
Tutto figo ma c'era un problema: avevo finito i turni

Decido comunque di fare appello alla mia metà di sangue napoletano e tento di entrare in pista facendo lo gnorri. Mi stava per andare liscia, quando sento uno che mi urla di aspettare. Vede che non ho il pass per il pomeriggio e mi dice che non posso girare, ma gli spiego che sono caduto e ho fatto sistemare il mono e che mi servono 10 minuti e poi sarei uscito. Per una volta nella vita le cose girano dalla mia e, non so come, ma lo convinco ed entro in pista!
Inizio girando piano e spingo progressivamente, rendendomi conto che il comportamento del mono è molto migliorato. Non è ancora il massimo, ma le sbandate durante i cambi di direzione non ci sono più e il posteriore è molto più gestibile. Contrariamente a quanto pensavo, con la minore altezza della moto ho notato differenze nella piega: era sempre molto dura da buttare giù e il ginocchio sfiorava appena l'asfalto. Però il comportamento generale della moto è migliorato, anche se il sottosterzo e la perdita dell'anteriore erano ancora lì.
Soddisfatto della prova decido di uscire per chiudere la giornata, anche perché denny, che nel frattempo aveva caricato la moto sul furgone e si era cambiato, mi aspettava, paziente, sotto un sole che spaccava le pietre. Una pazienza che merita un grazie particolare!

Ultima nota positiva: il mecca non ha voluto una lira per l'intervento alle sospensioni. Lo ringrazio e ci lasciamo sperando di poter lavorare sull'anteriore.
In conclusione, la giornata non la definirei negativa. In pista, cercando di andare forte, la scivolata è dietro l'angolo. Ma ho imparato molto. Per primo che senza una moto a posto non devo spingere per cercare il tempo. Solo quando me la sentirò a posto potrò farlo.
Inoltre avere sospensioni pluriregolabili senza sapere dove mettere le mani è utile come una bambola gonfiabile senza buchi. Quindi mi sa che è meglio qualche pistata in meno e un bel corso di sospensioni entro quest'anno non me lo leva nessuno.